Una marca che dimostra impegno e coinvolgimento verso una o più cause di rilevanza sociale, ambientale, politica o culturale, attua una strategia di brand activism.
Il brand activism è la manifestazione della volontà da parte dell’azienda di dimostrarsi attiva in ambito sociale e partecipare al raggiungimento del “bene comune”.
Il brand activism: l’attivismo dei marchi
Nel Ventunesimo secolo il ruolo assunto dal marketing e dalle aziende in generale non è solo la comunicazione di un purpose sociale, ma di attuare un vero e proprio piano d’azione, profondamente coerente. I clienti si aspettano che un brand prenda posizione su temi sociali, ambientali, culturali e che si mostri attivo in tale ambito.
Il brand activism è dunque il nuovo modo di fare impresa. Le aziende, infatti, per prosperare e attirare clienti devono avere un ruolo attivo nel sociale, considerando tematiche che toccano la sensibilità del pubblico.
Riassumendo, l’attivismo delle aziende è la volontà esplicita di voler prendere parte a cause in ambito sociale. Significa, pertanto, prendersi le proprie responsabilità in merito al raggiungimento di un bene considerato comune.
L’azienda, dunque, non è più un sistema chiuso, ma entra in conversazione con diversi attori, come istituzioni, politici, attivisti e altre aziende. Questa rete di relazioni dà poi vita a una vera a propria diplomazia di brand
La mission, dunque, non è più solo il guadagno, ma la soddisfazione di esigenze sociali.
Perché il brand activism è importante
Appare evidente che la componente sociale di un business è fondamentale proprio perché l’azienda è parte integrante della società. le aziende che attuano il brand activism sono aziende society-drive, ossia realtà che si fanno guidare dai problemi della società.
Il messaggio culturale è al centro e il prodotto viene messo in secondo piano.
È bene, inoltre, evidenziare l’esistenza di due tipologie di brand activism: quello progressivo e quello regressivo.
L’attivismo di tipo progressivo è caratterizzato da un impegno attivo e propositivo delle aziende che lo attuano. Quello regressivo, invece, definisce modelli di aziende atte a nascondere gli effetti negativi del prodotto offerto. Un chiaro esempio è dato dalle compagnie di tabacco che per decenni ne hanno negato le conseguenze nefasta per i consumatori.
L’attivismo dei brand e gli insight
Nella realizzazione di una pubblicità che segua le linee guida del brand activism è fondamentale tenere conto degli insight, ossia di tutti i particolari che il pubblico fornisce, consentendo di conoscerlo meglio. Maggiormente le pubblicità saranno impegnate, più profondo sarà il livello di coinvolgimento.
Ad esempio, le tensioni culturale veicolano un livello più profondo di insight, poiché mette in campo emozioni e percezioni a esse collegate.
Inoltre, dai sondaggi più recenti appare che le aziende reputate incoerenti o esterne alle questioni sociali, sono negative per l’opinione pubblica. Le nuove generazioni hanno sui brand altissime aspettative. Secondo i Millennial e la Gen Z, infatti, le aziende devono essere in grado di risolvere problemi sociali o invitare a farlo.