Trend 2023: le tendenze del marketing per il nuovo anno

Trend 2023

Trasformazione omnichannel e progettualità di Intelligenza Artificiale guidano gli scenari dei trend 2023 per la comunicazione e il marketing strategico dei brand. 

Trend 2023: sostenibilità, crisi energetica, inflazione

Abbiamo sentito parlare spesso, soprattutto nel corso degli ultimi mesi, di sostenibilità e crisi climatica. Quelle che si presentano come le grandi emergenze del nostro tempo, in questo anno sono state aggravate dagli eventi globali che hanno fermato e cambiato il mondo intero. Pandemia e conflitto in Ucraina, infatti, ci hanno portato a fare i conti con un’inflazione diffusa e con una crisi energetica che ha messo in difficoltà molti Paesi. 

In questo contesto, la sfida per il marketing è, innanzitutto, quella di comunicare i valori del brand in modo credibile. Trasparenza, coerenza e concretezza sono asset fondamentali a cui le aziende non possono più rinunciare per comunicare il proprio valore e vendere i propri servizi.

Trend 2023: le tendenze del marketing

In un quadro così complesso, il marketing si apre a scenari e tendenze nuovi e sfidanti. I trend 2023 puntano a un’attenzione maggiore all’innovazione, all’autenticità e ai contenuti.

Marketing Technology e Automation

L’innovazione fa passi da gigante anche nel marketing e questo significa più strumenti da parte delle organizzazioni. Presupposto necessario per garantire oggi una Customer Experience sempre più personalizzata: mai come ora la tecnologia offre infatti nuove opportunità per le aziende di migliorare la propria immagine e costruire relazioni significative con i clienti.

Fra i trend 2023, la novità è rappresentata dall’entrata in scena di nuovi attori. La potenza dei dati personalizza le esperienze degli utenti digitali e finalizza il consumatore. Una relazione che parte dalle innovazioni tecnologiche come Big Data e dall’automazione dei processi. 

Esperienze omnichannel

Quello dell’Omnicanalità è un trend 2023 che mantiene la sua rilevanza, malgrado in Italia faccia ancora fatica ad affermarsi. Secondo l’Osservatorio Omnicanalità del Politecnico di Milano, nel 2022 solo il 6% delle imprese ha implementato una strategia avanzata, nonostante i vantaggi ormai conclamati. Il 98% di chi vive un’esperienza interamente omnicanale si dichiara infatti pienamente soddisfatto.

Creare una Omnichannel Customer Experience (OCX) resta dunque una priorità per le aziende che vogliono rimanere competitive. I clienti hanno a disposizione una varietà di modi per interagire con i marchi mai vista in precedenza e si muovono attraverso di essi disegnando percorsi non lineari, che è necessario conoscere e mappare in una vista unica. Le persone nei loro acquisti sono sempre più veloci, volubili e volatili, il che significa meno fedeli.

I brand più all’avanguardia hanno investito molto per offrire ai clienti esperienze innovative attraverso i molteplici canali fisici e digitali, con il risultato che oggi il livello delle attese è più alto che mai. Gartner con un sondaggio ha rivelato che il 75% dei consumatori ha cercato online informazioni su un marchio precedentemente sconosciuto durante gli acquisti e solo il 15% dichiara di essere fedele a un determinato marchio familiare.

Intelligenza Artificiale

Se ne parla da anni, ma oggi l’Intelligenza Artificiale è una realtà consolidata, che spesso utilizziamo senza neanche rendercene conto.

In ambito smart retail, in particolare, le applicazioni sono diverse e non solo per i big. Nei trend 2023, i nuovi strumenti di Advanced Analytics potenziati da Intelligenza Artificiale e Machine Learning aiutano a valorizzare meglio le informazioni che i clienti lasciano nei vari punti di contatto, fisici e digitali. Permettono di effettuare azioni di marketing più efficaci e personalizzate, stimolando upselling e crosselling. I vantaggi sono concreti: migliori performance di vendita, miglior Customer Lifetime Value, più fidelizzazione ed engagement del cliente, maggiore frequenza d’acquisto e scontrino medio più alto.

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KPI aziendali: cosa sono i Key Performance Indicators

KPI aziendali: cosa sono i Key Performance Indicators

L’efficacia con cui un’azienda raggiunge i propri obiettivi è misurabile attraverso valori chiave che ne indica le prestazioni complessive. I KPI aziendali, Key Performance Indicators, sono infatti indispensabili nella valutazione del raggiungimento di quanto prefissato.

KPI aziendali: cosa sono

I KPI aziendali, Key Performance Indicators, rappresentano l’insieme degli indicatori chiave di prestazione aziendale. Sono solitamente espressi con valori numerici e servono a misurare i progressi che l’azienda ha fatto nel percorso di raggiungimento di determinati obiettivi. Valutare le prestazioni di un business significa infatti raccogliere e analizzare alcuni dati, numeri che indicano l’efficienza del piano strategico con cui si è scesi in campo. 

Nel processo di innovazione tecnologica e digitalizzazione dei processi di marketing a cui stiamo assistendo, si rende ancora più necessario lo studio che quantifica le prestazioni di un’azienda nel tempo. Questo il motivo per il quale l’individuazione delle metriche e degli indicatori che misurano l’efficacia delle proprie azioni è un’operazione oggi imprescindibile per qualsiasi attività.

KPI aziendali: come individuarli

Innanzitutto, la scelta dei KPI aziendali avviene a più livelli. Un’azienda deve infatti considerare Key Performance Indicators di alto livello quei KPI che si concentrano sulle prestazioni complessive dell’intero business. Gli indicatori di basso livello sono KPI che misurano invece i processi dei singoli reparti che compongono l’azienda. Da quello vendite a quello marketing, passando per le risorse umane, customer care e altri: ogni dipartimento avrà le proprie metriche che ne misureranno l’efficacia. Troppo spesso però le aziende tendono ad adottare gli indicatori chiave standard, presi indiscriminatamente dal proprio contesto. Questa scelta rende il tracciamento degli stessi un’attività poco connessa con le proprie specificità e di conseguenza non in grado di fornire informazioni pienamente utili, che influiscano positivamente sulle scelte da compiere, siano esse strategiche che più strettamente operative.

L’individuazione dei KPI deve quindi rispettare la singolarità della struttura che compone la propria azienda. Si tratta di indicatori sempre pertinenti con l’attività che si compie, aggiornati, di facile fruizione.

Potrebbe essere utile ricordare che 

  • Ogni indicatore KPI deve avere una misura. 
  • Gli indicatori hanno obiettivi che rispondono alla misurazione precedentemente individuata. Definisci range di obiettivi e soglie.
  • I KPI hanno frequenze di misurazione diverse: non perdere di vista il confronto con le metriche che hai scelto. 

KPI Marketing: esempi

KPI Marketing: quali sono gli esempi concreti di KPI aziendali utili al monitoraggio delle attività di marketing?

  • Costi di marketing per contatto o lead.
  • Numero di segnalazioni sull’azienda nei media all’anno.
  • Numero di follower nei social network (Twitter, Facebook, Instagram, LinkedIn).
  • Posizionamento SEO nei motori di ricerca.
  • Numero contatti dal web.
  • Numero nuove lead.
  • Quantità di telefonate a freddo o recall.
  • Numero mail di presentazione inviate.

I KPI saranno dunque i tuoi migliori alleati nel raggiungimento dei tuoi obiettivi principali, il modo in cui misurerai la tua crescita e le tue attività. Che tu abbia una startup in avvio, un’azienda o che tu sia il responsabile di un progetto, dovrai necessariamente essere in grado di comprendere i dati e come questi si traducono in prestazioni aziendali

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Inbound marketing: il cliente al centro

inbound marketing

Tutte le attività che brand e aziende mettono in campo per riuscire a essere visibili agli occhi dei propri potenziali clienti fanno capo a una specifica modalità d’azione. Si tratta dell’inbound marketing, la strategia che guarda alla creazione di un contenuto unico, che attiri e focali l’attenzione dell’utente su un determinato prodotto o servizio.

Inbound marketing: cos’è

Utilizzato da HubSpot per la prima volta, ci si riferisce oggi all’inbound marketing per definire quella serie di attività che hanno come fine la creazione e realizzazione di contenuti web di qualità. L’azienda statunitense produttrice di software aveva già individuato nel 2005 l’importanza di un nuovo metodo di comunicazione che mettesse al centro le esigenze degli utenti. Operazione da compiere attraverso la costruzione di un contenuto di qualità, in grado di soddisfare quelle esigenze. 

Quel che è certo, allora, è che il contenuto resta il re indiscusso del web. Nell’inbound marketing, la tecnica vincente consiste nella creazione di contenuti speciali e unici. Una vera e propria strategia mirata che ha il fine di coinvolgere e convertire gli utenti in clienti.

L’Inbound Marketing non è solamente un mezzo col quale fare promozione, ma una vera e propria metodologia che copre l’intero ciclo di vita del processo d’acquisto.

Il metodo inbound marketing

Esiste dunque un vero e proprio metodo inbound e consiste in quella tecnica di compravendita che ha la capacità di captare il momento opportuno. Cogliere l’attimo in cui fornire all’utente contenuti, prodotti e servizi nel posto giusto. Per la HubSpot, l’inbound marketing aveva come fine quello di riuscire a catturare l’interesse degli utenti, intercettando le preferenze e i gusti. È così che questa metodologia scandisce le fasi d’acquisto degli utenti, dando maggior rilevanza a quelle tappe che man mano lo avvicinano alla vendita. Lo fa attraverso particolari strumenti, sia pubblicitari che di comunicazione e analisi dei dati. Oltre ai diversi canali de digital marketing: social media, blog, siti, motori di ricerca etc. 

In questo senso, si definiscono fasi di vendita le tappe che compongono il ciclo di vita di un acquisto e che accompagnano il potenziale cliente in questo sua journey. Per ciascuno stage del funnel inbound, si rende necessaria la creazione di specifici set di contenuti perfettamente calibrati sulla fase in cui si trova l’utente. Oltre ai contenuti, centrare la call to action è sempre come uno degli elementi essenziali per una strategia di successo.

Le 4 fasi della strategia

La strategia dell’inbound funnel è caratterizzata da 4 differenti passaggi.

Si parla infatti di:

  • Attract o attirare: i processi di attrazione sono determinati dalla creazione di contenuti direttamente pensati per i bisogni e gli interessi del mercato. Questi vengono distribuiti in canali appositamente studiati e pensati per le richieste dei potenziali clienti.

  • Convert o convertire: non appena l’utente diventa visitatore del sito, o di un’altra piattaforma web di un brand o di un business, l’obiettivo di conversione va portato avanti per trasformare l’utente in un lead, ottenendo informazioni specifiche. Anche in questo caso i contenuti hanno un ruolo di primo piano.

  • Close o chiedere: in questo stage si trasforma il lead in un cliente acquisito. Una volta avvenuta la conversione, i brand attivano processi volti alla creazione di una relazione basata sulla fiducia e autorevolezza.

  • Delight o deliziare: in ultimo si dimostra fondamentale non dimenticare i clienti e le conversioni: i clienti diventano veri e propri promotori dell’azienda.

Tra le attività che rientrano al 100% nell’inbound marketing, ci sono le campagne programmate con Google Ads, la piattaforma pubblicitaria che fa parte alla suite di Google. L’obiettivo di Google Ads è, appunto, quello allineare gli utenti al prodotto che stanno cercando. 

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Come fare email marketing: strategie e tipologie

Come fare email marketing: strategie e tipologie

L’email marketing è un canale efficace se si vuole entrare in contatto con il proprio pubblico. La gestione dei dati permette di interagire con il cliente e semplifica il processo di fidelizzazione. A uscirne migliorata anche la user experience, grazie a contenuti mirati e a una loro pianificazione quantitativa e qualitativa su grande scala. 

Email marketing: cos’è?

Per avere un quadro completo dei potenziali benefici che il canale di posta elettronica può apportare a una strategia di marketing, è bene partire da una sua definizione. L’email marketing è quell’attività che consiste nella progettazione e nell’invio di messaggi di posta elettronica a fini di marketing. E quindi per la vendita di prodotti e servizi, per parlare ai propri lettori o, ancora, per portare avanti strategie di brand awareness.

Si tratta di un flusso di lavoro che invia, attraverso un software dedicato o la gestione manuale, email agli utenti di riferimento in base al periodo migliore e alle esigenze dei destinatari. Per far sì che le email diano benefici, infatti, è necessario che alla base ci sia una strategia che ne definisca obiettivi, contenuti e tipologie. Con le leggi sulla privacy sempre più restrittive, è molto importante assicurarsi di proteggere l’identità e i dati dei contatti a cui si invia l’e-mail. Bisogna cioè evitare l’invio massivo di messaggi e controllare che i destinatari abbiano dato il loro consenso a ricevere mail.

Come fare email marketing

L’uso di un software dedicato permette di migliorare in maniera significativa la gestione degli iscritti alla propria piattaforma online. La presenza di una più liste con i dati di iscrizione degli utenti è fondamentale per la pianificazione della propria strategia. La personalizzazione dei messaggi è infatti un punto forte dell’email marketing: i consumatori sono particolarmente legati ai messaggi e alle informazioni vicini alle proprie esigenze. Questo è considerato il punto di partenza per la creazione di un contenuto ad hoc per i gruppi di destinatari scelti. 

L’email marketing sfrutta messaggi ottimizzati e personalizzati per parlare al proprio pubblico e indurlo a compiere un’azione. Un’operazione resa ancora più performante dall’automazione degli invii dei messaggi: la creazione di un flusso di mail su un software dedicato, può di gran lunga ottimizzare la personalizzazione e l’esperienza utente e creare sequenzialità. Inviare, cioè, più messaggi di posta elettronica correlati tra loro tenendo in considerazione il fatto che ogni cliente ha un percorso diverso sul sito web. Condizione che necessita di una strategia diversa per ogni tipologia.

Tipologie

Aziende, brand e professionisti devono costruire le proprie mail per raggiungere obiettivi specifici. E in base alle diverse finalità è necessario scegliere un tipo specifico di messaggio: una newsletter sarà, per esempio, diversa da una DEM. Insomma, non solo è importante usare l’e-mail marketing nella propria strategia, ma decidere quale messaggio usare e con quale obiettivo.

Le campagne di e-mail marketing pubblicitarie, dunque, sono usate per lanciare un nuovo prodotto, un’offerta speciale e a tempo limitato, o promuovere un webinar o un evento. Il loro obiettivo è, in sintesi, la vendita. Queste e-mail contengano una CTA (Call to Action), cioè un invito a intraprendere un azione specifica, sia che si tratti di visitare un sito web o di acquistare un prodotto o prenotare un servizio. Ci sono poi le cosiddette DEM, legate al Direct E-mail Marketing. Con questo termine si identificano i messaggi di natura promozionale, mirati a intrecciare rapporti tra azienda e pubblico in modo molto chiaro e diretto.

Diverso è invece il campo delle campagne informative, che si divide in newsletter e annunci. Se una newsletter ha una base temporale predefinita e comunica nuovi traguardi raggiunti dal brand, nuove funzionalità e caratteristiche di un prodotto o servizio, novità e trend del settore, un annuncio è una comunicazione saltuaria legata a un evento preciso.

Sono i numeri che parlano per noi. Ogni giorno raggiungiamo i clienti con strategie mirate, studiate per i singoli settori. Le nostre campagne targettizzate ci permettono di selezionare i contatti giusti: oltre a un incremento del numero di clienti potenziali, apportiamo un miglioramento in termini di brand awareness, affidabilità percepita e Return On Investiment.

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Ameconviene.it in onda sulle reti Mediaset

Ameconviene.it, progetto facente parte del nostro gruppo, è da oggi online con uno nuovo e moderno look, nuovi servizi e un nuovo approccio ai clienti.

Gruppo Mediacontent si è occupato della pianificazione pubblicitaria sulle Reti Mediaset: da domenica 24 luglio è possibile vedere in onda lo spot.

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I servizi

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I servizi di ameconviene.it sono interamente erogati dall’Italia, con lo scopo di garantire massimo rispetto della sicurezza dei dati personali e la qualità della comunicazione con il cliente.

Con la veste totalmente rinnovata, ameconviene.it si pone come un sistema semplice e intuitivo, i servizi di confronto online di ameconviene.it consentono di risparmiare sulle numerose spese che pesano sul budget familiare.

La forza di ameconviene.it

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Digital divide

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Il digital divide, o divario digitale è la mancanza di uniformità nell’accesso, nell’uso e nell’impatto delle tecnologie ICT tra i diversi gruppi sociali. Questo divario digitale si traduce spesso in differenze nelle opportunità educative, economiche e di carriera.

Cos’è il digital divide

Digital divide significa “divario digitale” e descrive una situazione che divide la popolazione nell’accesso a internet. Una divisione tra chi ha accesso a internet e chi no.

Questo parametro ha una valenza importante, perché evidenzia una sempre più grave disuguaglianza nell’accesso e nell’uso delle tecnologie.

L’effetto è che questa divisione in risalto la frattura che si frappone tra la parte della popolazione in grado di utilizzare queste tecnologie e la parte della popolazione che ne rimane esclusa Ne deriva una grave discriminazione per l’uguaglianza dei diritti esercitabili online con l’avvento della società digitale. Il divario digitale quindi è sempre più causa di un divario di altra natura: socio-economico e culturale.

Il divario digitale assume molte forme. Tutte escludono i soggetti dai benefici del progresso tecnologico e dell’innovazione. Gli effetti su coloro che ne soffrono sono indubbiamente negativi.

Questo sta diventando sempre più importante man mano che la digitalizzazione si propaga sempre più importante per la società.

Quelli esclusi dal digitale, per scelta o per caso, perdono il vantaggio, con conseguente distruzione socioeconomica e culturale. E poiché chi è nel digital divide di solito proviene da classi sociali già svantaggiate, entra in un circolo vizioso di crescente povertà ed esclusione.

Chi è a rischio

Le categorie più a rischio di esclusione digitale comprendono gli anziani, le donne senza lavoro o in determinate condizioni, gli immigrati, le persone con disabilità, i detenuti e in genere quelli con bassi livelli di istruzione e senza accesso agli strumenti informatici.

Questi soggetti subiscono una discriminazione per l’uguaglianza dei diritti esercitabili online con l’avvento della società digitale. Il divario digitale quindi è sempre più causa di un divario di altra natura: socio-economico e culturale.

Information marketing

information marketing

L’information marketing è l’insieme di attività che sono messe in atto al fine di promuovere la vendita di beni intangibili, come prodotti informativi, e il trasferimento di competenze su un determinato argomento. Questo, dunque, consente di vendere ai professionisti o esperti del settore le proprie conoscenze.

Cos’è l’information marketing

Quando si parla di information marketing si fa riferimento alle attività di promozione dei prodotti di informazione. Si tratta di prodotti digitali volti all’istruzione o al dare consigli o servire da guida nella realizzazione di un compito o attività.

Lo scopo è sopperire a un bisogno informativo, fornendo consigli a professionisti o appassionati di un settore.

L’information marketing consente di rendere note a un pubblico le conoscenze e competenze di un professionista.

Appare evidente che queste attività non si limitino unicamente alla promozione di attività online, ma sono complementari rispetto alle attività di marketing tradizionale.

Caratteristiche

Le attività di information marketing sono orientate al raggiungimento di obiettivi a breve termine, precisi e misurabili, come ad esempio l’aumento degli iscritti alle pagine social, alle newsletter, passando per l’aumento delle visite sul sito, con ultimo fine l’aumento delle vendite e il coinvolgimento di nuovi clienti.

Questa tipologia di marketing esprime appieno le sue potenzialità nel momento in cui il target è un pubblico che ricerca informazioni più che prodotti specifici.

Nell’era digitale, saper promuovere i contenuti e le proprie conoscenze, riuscendo a vendere la propria informazione online è necessario.

Come funziona l’information marketing

Per fare information marketing in maniera efficace è necessario creare, anzitutto, una pagina squeeze, ossia una pagina in cui si offre all’utente un contenuto gratuito, tramite il quale chiedere loro di registrarsi e lasciare i dati per poterlo invogliare in futuro ad acquistare il prodotto informativo che si vuole vendere.

Non appena l’utente lascia i propri dati è possibile contattarlo proponendo un’offerta personalizzata sulla base degli interessi espressi o dal profilo in questione.

L’utente interessato al prodotto viene portato su una landing page volta a fornire tutte le informazioni.

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Green marketing: il marketing ecosostenibile

green marketing

Il green marketing è la promozione di prodotti, servizi o attività che vengono promosse come ecologicamente sicure e sostenibili a livello ambientale.

Si tratta di una pratica che nasce come risposta ai danni ambientali causati dall’uomo e all’estrema necessità di affrontare il problema. Con il green marketing si pone enfasi sul contributo delle aziende nel ridurre questo impatto.

Green marketing: di cosa si tratta

Negli anni recenti, l’impatto delle attività umane sulla natura è diventato il centro del dibattito pubblico, aumentando così la consapevolezza sul problema e sul bisogno di affrontarlo.

In questo contesto anche i consumatori non sono rimasti indifferenti alle tematiche e così le strategie di marketing si sono adeguate. Questo ha portato alla nascita e alla diffusione dei termini come: green marketing, marketing sostenibile, marketing ecologico o environmental marketing. Queste sono tutte le attività di promozione che puntano sull’impegno delle aziende nel creare prodotti, servizi e campagne che puntino alla lotta contro i problemi ambientali.

L’iniziativa delle aziende e multinazionali, seppur dovrebbe partire dal singolo individuo, è un responsabilità e un dovere, così da sensibilizzare la collettività. Inoltre, è proprio compito delle aziende cercare di ridurre tale problematica e migliorare le condizioni di vita sulla terra.

Come dar vita a una strategia di marketing ecosostenibile

Una strategia di green marketing efficace è caratterizzata non solo dalla promozione di un prodotto o servizio green, ma punta allo sviluppo di una brand identity caratterizzata dall’impegno di fare scelte ecologiche.

Si dovrebbe dunque partire dai processi produttivi e dallo smaltimento dei rifiuti. Ciò consente di creare campagne di marketing che non solo comunicano l’interesse dell’azienda verso queste problematiche, ma servono anche per educare i consumatori ad abitudini di consumo e riciclo.

Le aziende possono partire da pratiche basilari come il riciclaggio dei materiali, passando dalla riduzione del consumo di energia o di carta e poi ala creazione di prodotti o di packaging fatti con materiali green.

Tutte queste attività devono essere comunicate in maniera chiara e veritiera.

Data la crescente sensibilità e consapevolezza dei consumatori nei confronti di queste problematiche, i marketer devono imparare a comunicare meglio l’impegno di un’azienda. Devono iniziare a proteggere il pianeta senza ignorare la cultura aziendale. È necessario che ci siano sforzi concreti da parte di alcuni marchi, per proteggere l’ambiente e ridurne gli aspetti negativi impatto sull’ambiente.

Pertanto, un’affermazione “verde” deve essere verificabile e accompagnata da una certificazione ambientale, come quella che dimostri che un’azienda controlla le emissioni di gas serra.

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Emotional marketing

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Marketing emozionale? Esiste e si tratta di una strategia di marketing tramite la quale il brand coinvolge il proprio target tramite le emozioni, i ricordi e le sensazioni. L’emotional marketing, questo è il termine tecnico, offre all’utente un’esperienza affine ai propri bisogni e aspettative.

Emotional marketing: di cosa si tratta

L’emotional marketing, detto anche marketing emozionale o marketing esperienziale è una branca del marketing che punta sulle emozioni.

Le sensazioni che l’utente prova sono una leva fondamentale per instaurare un legame tra brand e utente. Gli esseri umani sono fatti di emozioni e pensieri, sentimento e razionalità, tuttavia questo spesso viene meno quando si compie un acquisto. La scelta del prodotto, o del servizio, è solitamente condizionata al legame che si instaura con il brand e, dunque, si viene mossi dall’irrazionalità.

Per tale ragione delle volte un immagine, un suono o un odore rievocano emozioni e sensazioni piacevoli che spingono verso l’acquisto di un prodotto.

Si stima, difatti, che circa il 95% degli acquisti siano fatti in maniera inconscia e solo il 5% siano mossi dal pensiero razionale.

Il marketing emozionale è un modo per un brand di offrire un’esperienza unica che sia in grado di fare divertire e assecondare le aspettative che hanno i clienti.

Significa dare vita alla passione che porta i clienti e scegliere a chi affidarsi, tramite una storia trascinante e strategie ben congeniate.

Le regole del marketing emozionale

Le strategie di marketing emozionale sono fondamentali per consolidare il rapporto emotivo tra brand e consumatori. Spesso l’emotional marketing, infatti, porta lo spettatore ad analizzare scritte, simboli, forme e texture delle pubblicità a cui si è sottoposti. Ad oggi, inoltre, le aziende che non si affidano a queste strategie sono destinate a essere dimenticate.

Quando si attua questo tipo di marketing, metti le persone al centro della vendita, non il prodotto. Per fare ciò, è necessario combinare due parti: ciò che il cliente ha vissuto e le esperienze che deve ancora fare, per assicurarsi che associ il marchio a piacevoli ricordi e frammenti della sua vita passata e futura.

Tale teoria, nota come “Customer Experience Management” (CEM), è stata elaborata da Bernd H. Schmitt. Nella CEM sono uniti cinque tipi di esperienza:

  • Sense experience: ossia un’esperienza sensoriale che coinvolge i cinque sensi. L’obiettivo è creare una prima impressione ben fissa nella mente del futuro consumatore;
  • Feel experience: in questo caso si parla di un’esperienza legata alle sensazioni;
  • Think experience: qui si tratta l’aspetto cognitivo e il consumatore entra in relazione in modo interattivo con il prodotto;
  • Act experience: qui usa messaggi persuasivi che toccano i clienti a livello emotivo e fisico;
  • Relate experience: l’ultima esperienza è progettata per unire i consumatori, creare comunità e ottenere una base di clienti appassionati e fidati.

Il cliente, dunque, è al centro, così come i suoi bisogni.

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Gamification: di cosa si tratta

gamification

Se un tempo i videogiochi erano visti che un semplice passatempo, o un hobby dal coltivare, negli ultimi decenni l’universo video-ludico ha trovato numerose implicazioni esterne, soprattutto nell’universo del marketing. Nota come gamification descrive l’applicazione di prerogative ludiche in realtà che normalmente ne sono prive o in contesti non legati al gioco.

Vediamo caratteristiche e peculiarità della gamification.

Cos’è la gamification

Col termine gamification si intende l’utilizzo di elementi provenienti dall’universo dei giochi e delle tecniche del game design, in contesti non ludici, come, ad esempio, all’interno di una strategia aziendale.

Nel marketing la ludicizzazione si utilizza per raggiungere un determinato obiettivo, come quello di divertire, motivare o coinvolgere l’utente.

Tramite tale applicazione si fidelizza l’utente al brand e si tenda di vendere un prodotto. Inoltre, si dimostra particolarmente efficace poiché rompe la monotonia della quotidianità, raramente interrotta da azioni piacevoli, come il gioco.

La gamification, pertanto, ha lo scopo di coinvolgere le persone tramite il divertimento e il gioco.

Gamification nel marketing

La gamification, come già detto, viene spesso utilizzata nelle strategie del marketing. Ciò accade grazie alla capacità di creare e appagare, desideri e bisogni umani. L’utente ha degli obiettivi da raggiungere, livelli da superare e una competizione sana con atri utenti.

Affinché una strategia di marketing, ove è applicata la ludicizzazione, sia efficace sono fondamentali tre punti principali:

  • motivazione: il processo amplifica il processo e coinvolge l’utente e lo spinge a usufruire del servizio;
  • apprendimento: la ludicizzazione spinge l’utente a inseguire un obiettivo finale;
  • libertà: l’utente viene così stimolato a partecipare, senza essere costretto.

I benefici della ludicizzazione

L’utilizzo della gamification nelle strategie aziendali di marketing è fondamentale per modificare il comportamento delle persone.

Alcuni evidenti benefici sono il consolidamento di interesse attivo da parte degli utenti coinvolti verso il messaggio che si vuole comunicare. Inoltre, si ottiene la fidelizzazione del cliente e l’acquisizione di nuovi clienti.

La gamification si può applicare a molteplici ambiti, quali il sito internet dell’azienda, la strategia social, una campagna a pagamento online. 

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