Metaverse Ads: come fare advertising nel futuro meta

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Il metaverso è la nuova realtà del web 3.0 relativa all’universo social. Quali sono, dunque, le caratteristiche di questo nuovo mondo digitale e come cambieranno le cose per i marketer? Scopriamo l’universo del Metaverse Ads.

Metaverse Ads: il web 3.0

Dall’avvento del web dinamico l’avanzata di internet è stata una corsa senza freni. Tanto che, senza troppo timore, è possibile affermare che il web 3.0 sia ufficialmente in arrivo.

Con web 3.0 si suole intendere una realtà digitale ove si compie una totale realizzazione della natura collaborativa e decentralizzata di internet.

All’interno di questa nuova modalità di connessione nasce il metaverse.

Il metaverse viene solitamente visto come il potenziale sviluppo dei social network del web 3.0. Si tratta, dunque, di una realtà virtuale ove gli utenti sono rappresentati in 3 dimensioni da un avatar.

L’identità personale, così come la proprietà privata digitale, saranno qui certificati dalla tecnologia blockchain (è una tecnologia che consente l’esistenza di un database acefalo e decentralizzato, dove gli utenti aggiungono o leggono dati, senza modificarli).

Pertanto, addio ad account e profili. Facebook e Microsoft stanno attualmente facendo numerosi investimenti nel metaverse, così da sfuggire alla decentralizzazione del web 3.0 che sarebbe causa di ingenti perdite.

Difatti, ad oggi, Meta, ex Facebook, guadagna tramite la vendita di spazi pubblicitari, questo verrebbe a mancare in presenza di un internet decentralizzato, al quale tutti possono accedere.

Dunque, come funzionerebbe l’advertising nel metaverse?

Come funzionano gli ads nel metaverso

Se, come detto, il mondo degli ads nel metaverse è destinato a cambiare, è bene comprendere come.

All’interno del metaverse coloro che forniranno servizi agli inserzionisti saranno coloro in grado di avere il controllo di prodotti tecnologici ampiamente adottati.

Attualmente l’attenzione è catalizzata dai produttori di visori VR, su provider di indedità blockchain e su aziende che procureranno un’infrastruttura sul cloud per rendere accessibile lo sviluppo di mondi nel metaverse.

E la conversione?

Come può apparire evidente, cambiando modo di fare ads all’interno del metaverse, cambiano le modalità di conversione.

Sebbene il metodo di tracciamento dello stato di conversione del cliente nel metaverse resterà pressoché invariato, ci saranno differenze metodologiche. È dunque possibile che vi saranno nuove realtà che cresceranno in maniera inarrestabile.

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Festa della donna: come festeggiano i brand l’8 marzo

festa della donna

Come ogni anno e quasi come per ogni occasione, i brand propongono iniziative, sconti e messaggi promozionali volti alla celebrazione delle giornate di festa. Anche quest’anno, in occasione della Festa della donna, per sensibilizzare su questioni di genere, imprenditoria ed empowerment femminile, le aziende hanno ideato campagne ad hoc.

Le iniziative dei brand per la Festa della donna

Nell’ultimo periodo è apparso piuttosto chiaro che la Festa della donna, come tante altre ricorrenze, rappresenti un’occasione per promuovere nuove attività comunicative dei brand, studiate appositamente per l’occasione.

La Giornata internazionale della donna, nello specifico, è un’imperdibile opportunità.

Gli ultimi anni hanno confermato che la Giornata internazionale della donna è un’occasione ghiotta per attività comunicative dei brand, studiate apposta per l’occasione. Queste mirano a far riflettere su importanti tematiche legate a questioni di genere.

In vista della Festa della donna 2022 i brand hanno già lanciato alcune iniziative, anche se sarà nella giornata di domani, 8 marzo, che si scopriranno anche le altre.

Appare chiaro che non sia necessario un giorno in particolare per trattare di gender gap o di imprenditoria femminile, ma la Festa della donna è un prezioso momento per condividere contenuti che focalizzino l’attenzione su questi e altri temi.

Il messaggio di Manila Grace

Per celebrare le donne, il noto brand di abbigliamento, Manila Grace, punta tutto sull’amore. Si tratta, difatti, dell’amore “delle donne per le donne, ma soprattutto per loro stesse”.

Manila Grace ha ideato un’attività comunicativa che veicola il messaggio “Be (body) positive!”. Si tratta di un corto motivazionale, girato da cinque donne di età, stili, tratti somatici differenti. Queste donne, tramite i loro racconti, rappresentano se stesse su uno specchio, scrivendo una frase che le identifica con un rossetto proprio del brand.

Alexa per la Festa della donna

Alexa, l’assistente vocale Amazon, ha un’iniziativa pensata apposta per la Festa della donna. L’assistente vocale dà il via a una comunicazione che partirà l’8 marzo. Verrà lanciato il progetto “Donna del giorno” e da martedì 8 marzo, in poi, Alexa racconterà ogni giorno la storia di una donna italiana che si è distinta in un campo. Si parlerà di Margherita Hack, Bebe Vio, Rita Levi Montalcini, Chiara Ferragni, Raffaella Carrà, Samantha Cristoforetti e tante altre.

Per ascoltare i racconti sarà necessario chiedere Alexa, qual è la donna del giorno?

Per quanto riguarda ulteriori iniziative promosse dai brand sarà sufficiente attendere sino a domani e scoprire cos’hanno ideato per la Festa della donna 2022.

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Native advertising: cos’è la native ads

native advertising

Col termine Native Advertising vengono identificati i formati pubblicitari che hanno le sembianze dei contenuti originali, personali o editoriali, delle piattaforme che li ospitano.

I native ads sono dunque contenuti che si integrano perfettamente nella fruizione di un contenuto.

All’interno dei feed dei social network compaiono messaggi pubblicitari di tipo native, il cui formato è in linea con quello dei contenuti dei social. Questi paiono distinguibili solo da un diclaimer come “contenuto sponsorizzato” o “sponsored”.

I web magazine e i siti web mettono a disposizione dei widget integrati perfettamente al layout della pagina.

Native advertising: definizione

Il native advertising, come detto, è una branca del digital marketing che definisce formati pubblicitari che si mescolano con i contenuti dei publisher assumendone le sembianze. Questi ads si confondono con i contenuti organici, ciò consente di mantenere invariata la user experience del sito.

Il fine è attirare l’attenzione degli utenti e stimolarne engagement grazie a un formato ottimizzato per il canale. Si stima che il lettore sia in grado di dare maggiore attenzione a questi contenuti rispetto a quelli tradizionali.

Caratteristiche delle native advertising

L’Osservatorio del Politecnico di Milano distingue due elementi fondamentali alla base del native advertising:

  • la coerenza con il contesto visivo (la “ forma”) del contenuto editoriale: gli annunci devono essere percepiti dall’utente come un contenuto naturale, ma deve essere chiaro che si tratti di una pubblicità;
  • la rilevanza del contenuto pubblicitario: un elemento fondamentale risiede nella capacità di ingaggiare l’utente attraverso contenuti pubblicitari attrattivi e di qualità.

I formati native advertising più diffusi

La native advertising si suddivide in sei formati principali, si tratta di in-feed, paid search, reccomendation widget, promoted listing, in-Ad e custom. Eccoli nel dettaglio.

In-feed

Con in-feed unit si descrive una tipologia di native ads che comprende annunci nativi che sono collocati nel flusso dei contenuti editoriali e che hanno lo stesso aspetto del feed. Si tratta di Facebook Ads, annunci che appaiono nel newsfeed di Facebook con medesimo look e desing. A differire dal formato tradizionale, questi contengono un link che rimanda l’utente sul sito dell’inserzionista.

Paid Search

La paid search di Google è la prima e più diffusa modalità di pubblicità nativa. L’annuncio assume la forma identica degli altri risultati non sponsorizzati del motore di ricerca. A distinguerli la dicitura “annuncio”.

Recommendation widget

Si tratta di contenuti sponsorizzati promossi su publisher diversi tramite widget creati da piattaforme di content reccomendation, come Taboola o Outbrain. I widget propongono agli utenti contenuti personalizzati sulla base dei dati di comportamento e l’analisi del contesto editoriale in cui sono inseriti gli annunci.

Promoted listing

La quarta tipologia in analisi comprende i formati native concepiti per portali che mostrano liste di prodotti e servizi. I prodotti sponsorizzati inseriti nelle liste si presentano allo stesso identico modo degli altri prodotti o servizi.

In-ad con elementi native

Gli in-ad con elementi native sono annunci proposti nei formati standard IAB e pianificati secondo logiche contestuali. L’annuncio sponsorizzato propone contenuti coerenti rispetto alle tematiche trattate nel sito.

Custom

Come suggerisce il nome stesso, si tratta di un native personalizzato, frutto della collaborazione tra advertiser e publisher. Questa tipologia comprende esempi come playlist sponsorizzate, ossia le Sponsored Playlist di Spotify. Si tratta di annunci integrati nel design del sito.

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Video Advertising: il video come formato pubblicitario preferito

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Il mondo dell’advertising conferma la sua presenza in un’infinità di campi, piattaforme e ambiti. Ad oggi, tuttavia, pare che il video advertising sia uno dei formati pubblicitari più richiesti e utilizzati.

A fare parte di questa categoria sono tutti i contenuti pubblicitari che prevedono dei video.

La fama del video advertising è dovuta alla crescita che, anno dopo anno, ha caratterizzato il mondo dei video e la loro visibilità. La percentuale di visione, e fruizione, risulta essere sempre più alta, tanto che nel 2018 il 58% dei contenuti web era riconducibile a contenuti video.

Considerati questi numeri i marketer inseriscono costantemente elementi video nelle campagne ADS.

Il video advertising: tipologie e caratteristiche

Il video advertising si presenta ai marketer, e al pubblico, suddiviso in due macro tipologie: gli in stream video ads e gli in page video e in text video ads.

Col primo gruppo si caratterizzano tutti i formati di video adv più diffusi. Un esempio è il pre roll, si tratta di un annuncio pubblicitario che compare prima dell’inizio del video che si desidera vedere. Questi video ads sono apprezzti dai marketer poiché colpiscono l’utente in un momento di estrema attenzione e concentrazione. Altri formati sono i mid roll, inseriti nel mezzo, e i post roll.

Per quanto riguarda, invece, gli in page video ads e gli in text video ads si fa riferimento ai banner e pop-up a scopi pubblicitari che presentano un contenuto multimediale. Molto in voga i video che compaiono solo con lo scroll dell’articolo o della pagina (meno invasivi e di maggiore impatto i cosiddetti overlay video ads).

Appare evidente che nella video advertising rientrino anche i classici spot pubblicitari e i formati tradizionali che prevedono la presenza di video nelle strategie di marketing.

Video adv in Italia: i numeri

In Italia la visualizzazione dei video è cresciuta del 25%. Gli utenti passano parecchie ore delle proprie giornate osservando servizi in streaming e questo si trasforma in un diretto vantaggio per gli inserzionisti.

Questi dati sono essenziali per catalogare e conoscere le abitudini degli utenti e le loro preferenze sulle pubblicità.

Nello specifico emerge che 3 persone su 5 godono di servizi a pagamento. Seguono poi dirette streaming du piattaforme come Twitch.

Ciò spinge verso la creazione di strategie di marketing che puntano tutte le forze su contenuti video che risultino efficaci e che spinga l’utente ad affidarsi all’azienda, marchio o brand.

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Display advertising: cos’è e perché è utile

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Tra le più tradizionali forme di pubblicità online, il Display Advertising è quella che si adatta al meglio alle esigenze degli inserzionisti.

Cos’è il display advertising

La digital transformation trainerà l’universo dell’adv, sia in Italia che nel resto del mondo. Il report Advertising Expenditure Forecast stima una crescita del mercato degli investimenti. Nel 2022 si parla di una crescita superiore al 9%.

Dal punto di vista della spesa adv, se nel 2021 l’importo complessivo si è aggirato intorno ai 705 miliardi di dollari, nel 2024 si arriverà a 873 miliardi.

Nello specifico anche il digital advertising ha incontrato un periodo di profonda crescita.

Con tale termine si intendono tutte le forme di pubblicità espositiva in rete che utilizzano spazi appositamente messi a disposizione da editori e proprietari di siti web collocamento ed esposizione di formati e creatività in modalità fissa o mobile.

Leggi anche: Brand advertising tra web e spot TV: come cresce un business

Come funziona

Il display advertising utilizza gli spazi commerciali presenti su una pagina web al fine di promuovere un prodotto o un servizio. Tale tecnica differisce dal Pay per Click poiché punta e sfrutta l’elemento grafico. L’azienda compra lo spazio di una o più pagine aderenti a un circuito di siti dove potrà mostrare all’utente il proprio annuncio.

Queste campagne si inseriscono all’interno della macro categoria nota come Performance Marketing, che utilizza Google Ads.

Per essere efficaci devono essere ben definite, con dettagli grafici, visivi, testuali e mediali accuratamente studiati. Gli annunci maggiormente attrattivi sono annunci che presentano un titolo, un testo e un codice URL. Questi elementi sono il messaggio commerciale di un’azienda, di cui fanno parte anche testo, logo, animazioni, video e infine elementi grafici.

Lo scopo è farsi notare dagli utenti, dai potenziali clienti, attirandoli nei propri portali. Ad oggi è uno dei metodi più utilizzati dai professionisti per rendersi attrattivi agli occhi degli acquirenti e garantire un ritorno degli stessi nel proprio sito.

Come accadeva in precedenza, per qualsiasi campagna pubblicitaria, le aziende interessate al display advertising iniziano una serie di indagini di mercato per comprendere al meglio il destinatario dei loro messaggi commerciali. Lo studio avviene sulle azioni e abitudini dei consumatori che sono già stati fidelizzati nel tempo. Lo scopo è quello di centrare l’obbiettivo di business, attuabile, successivamente, grazie a Google Ads, che permetterà poi di monetizzare.

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