Viral marketing

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Quando si parla di viral marketing si fa riferimento a strategie di promozione per un prodotto, o servizio, di un brand, o di un’iniziativa che sfruttano gli effetti di rete e la propensione delle persone a condividere opinioni, consigli, notizie.

Vediamo quali sono le caratteristiche del viral marketing.

Viral marketing: caratteristiche

Il marketing virale è l’insieme delle tecniche e strategie che sfruttano i contenuti per creare un meccanismo di “passaparola” vantaggioso per l’azienda o il brand. Questo consente di crescere in modo esponenziale.

Con questo termine si intende tutto ciò che permette a un brand personale, o aziendale, di diffondersi in modo ampio e indipendente.

Basandosi sul passaparola, ossia il word of mouth, si sviluppa su dinamiche singolari. Parliamo infatti di marketing non convenzionale, chiaramente imprevedibile e difficile da anticipare. Ma coloro che lo sanno gestire in modo strutturato possono trarne importanti vantaggi.

Sfruttare la viralità

Dietro il viral marketing si nasconde il concetto di viralità, che può essere declinato in differenti modalità. Ad esempio, vi è chi decide di lavorare con il visual storytelling o ancora chi punta sul real-time marketing. A prescindere dalle tecniche, però, ciò che conta sono:

  • obiettivi;
  • target;
  • metriche, o KPI;
  • contenuti.

Elementi principali del viral marketing

Affinché il contenuto di un marchio diventi virale, deve avere alcune caratteristiche:

  • Allinearsi con il posizionamento e i valori del marchio. Questa regola si applica praticamente a tutte le iniziative del marchio: essere il portavoce di un messaggio che non credi sarà visto negativamente e potrebbe allontanare i consumatori;
  • prezioso per il destinatario. C’è un’alta probabilità che una persona condivida i contenuti che trova preziosi;
  • Capacità di coinvolgere il bersaglio. Concentrarsi sulle emozioni è un’ottima strategia: un pubblico coinvolto sarà più accessibile al brand.

I consumatori sono i veri protagonisti del marketing virale. Senza la loro partecipazione, questo movimento è destinato a fallire.

C’è infatti differenza tra un’iniziativa che diventa virale e una che nasce con questo obiettivo in mente. Una campagna di marketing virale può essere definita così perché il passaparola è l’unico mezzo per diffondere informazioni.

Tuttavia, va notato che la viralità non può essere controllata. Sebbene il marchio si impegni a produrre contenuti in linea con questo obiettivo, non può essere assolutamente sicuro che ciò farà progressi sufficienti tra i consumatori da spingerli a fungere da portavoce.
Alcuni consigli possono aiutare: coinvolgere gli influencer, ad esempio, aiuta a diffondere i contenuti. È anche importante utilizzare con giudizio hashtag dedicati, così come una valutazione del momento storico che stai attraversando, dopo il quale un certo tipo di messaggio potrebbe risultare più o meno incisivo.

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Brand identity, brand image o brand reputation

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Abbiamo già parlato di alcuni di questi concetti, ma non li abbiamo mai messi gli uni a paragone con gli altri. Ecco dunque, cosa cambia tra brand identity, brand image e brand reputation, comprendendo come questi aspetti interagiscano tra di loro per il successo di un’attività.

I tre aspetti del brand

In un mondo sempre più diviso tra online e offline spesso le realtà aziendali si interrogano su quali siano le possibilità del proprio marchio.

Farsi conoscere, apprezzare, vincere sulla concorrenza, sono solo alcuni degli aspetti da raggiungere.

I cambiamenti che negli anni hanno rivoluzionato il mercato, la comunicazione, la tecnologia. Hanno inoltre portato a mettere in evidenza la connessione tra i prodotti e i valori dell’azienda.

Cos’è un marchio, come viene visto e apprezzato, diventa un fattore determinante nella scelta del marchio stesso e dei suoi prodotti.

Ecco perché la gestione mirata del marchio è oggi alla base di qualsiasi attività commerciale.

Brand identity, image e reputation: definizioni e caratteristiche

Con questi termini ci riferiamo a identità, immagine e reputazione del marchio agiscono per dare valore e influenzare le vendite.

Anzitutto è bene chiarire cosa sia il brand: si tratta del complesso degli elementi visivi distintivi, dal logo allo slogan, che portano notorietà, online e offline, oltre che la soddisfazione del cliente.

Nella sua accezione relativa all’identity si fa riferimento al modo in cui un’azienda vuole essere percepita dal pubblico. Si definiscono tratti peculiari e comunicativi di una marca e stabilisce come si vuole comunicare.

Si costituisce di elementi visivi, quali logo, colori, caratteri tipografici e racchiude tutti i valori e gli obiettivi del marchio.

Tuttavia, non è scontato che gli utenti percepiscano l’azienda come questa vuole che i clienti la vedano. In questo caso, infatti, si parla di brand image.

Con questo termine intendiamo l’immagine del marchio, ossia l’insieme di tutti gli aspetti che definiscono lo stesso agli occhi del pubblico.

Qualità, valore e affidabilità raggiungono il cliente tramite l’immagine del marchio. Pertanto è proprio questa stessa immagine a suscitare sensazioni ed emozioni positive, così da influenzare le scelte degli utenti. La brand image nasce da percezioni soggettive.

Infine, arriviamo alla brand reputation, ossia alla considerazione favorevole che il pubblico accorda a un marchio, tenendo conto delle caratteristiche dello stesso e della sua capacità di rispondere alle esigenze dei clienti.

Si tratta della diretta conseguenza delle azioni dell’azienda e si manifesta con fiducia e apprezzamento da parte del pubblico.

In questo senso può variare a seconda del contesto sociale e culturale, ma il vero cuore della reputazione di un’azienda è il comportamento e l’approccio del marchio stesso. Legata alle relazioni interpersonali e alla comunicazione, la reputazione può essere facilmente veicolata attraverso il passaparola e interessi simili del pubblico target.

Le tre tipologie a confronto

Adesso che abbiamo chiare le definizioni è possibile parlare delle differenze. Anzitutto, partendo dall’identità e dall’immagine, è bene chiarire che non si tratta della medesima cosa.

I due aspetti, image e identity sono legati, ma guardano due passaggi differenti del processo comunicativo.

La brand identity coinvolge la fase di emissione del messaggio, mentre l’image indica come il messaggio sia recepito, assimilato e interpretato dal pubblico.

Se la brand identity coincide con l’immagine allora il marchio è visto esattamente come si desidera.

Immagine e reputazione vanno spesso di pari passo. Entrambi sono aspetti fondamentali nella comunicazione aziendale e dipendono da essa. Si fondano sull’idea che i clienti hanno del marchio e contribuiscono a creare unicità.

Infine, identity e la reputation possono essere viste come due passaggi di uno stesso percorso. Parliamo del percorso che, dall’essenza del marchio, porta al suo successo. Da una parte l’identità trasmette valori e obiettivi, mentre la reputation riflette emozioni e apprezzamento dei clienti nei confronti del marchio.

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Information marketing

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L’information marketing è l’insieme di attività che sono messe in atto al fine di promuovere la vendita di beni intangibili, come prodotti informativi, e il trasferimento di competenze su un determinato argomento. Questo, dunque, consente di vendere ai professionisti o esperti del settore le proprie conoscenze.

Cos’è l’information marketing

Quando si parla di information marketing si fa riferimento alle attività di promozione dei prodotti di informazione. Si tratta di prodotti digitali volti all’istruzione o al dare consigli o servire da guida nella realizzazione di un compito o attività.

Lo scopo è sopperire a un bisogno informativo, fornendo consigli a professionisti o appassionati di un settore.

L’information marketing consente di rendere note a un pubblico le conoscenze e competenze di un professionista.

Appare evidente che queste attività non si limitino unicamente alla promozione di attività online, ma sono complementari rispetto alle attività di marketing tradizionale.

Caratteristiche

Le attività di information marketing sono orientate al raggiungimento di obiettivi a breve termine, precisi e misurabili, come ad esempio l’aumento degli iscritti alle pagine social, alle newsletter, passando per l’aumento delle visite sul sito, con ultimo fine l’aumento delle vendite e il coinvolgimento di nuovi clienti.

Questa tipologia di marketing esprime appieno le sue potenzialità nel momento in cui il target è un pubblico che ricerca informazioni più che prodotti specifici.

Nell’era digitale, saper promuovere i contenuti e le proprie conoscenze, riuscendo a vendere la propria informazione online è necessario.

Come funziona l’information marketing

Per fare information marketing in maniera efficace è necessario creare, anzitutto, una pagina squeeze, ossia una pagina in cui si offre all’utente un contenuto gratuito, tramite il quale chiedere loro di registrarsi e lasciare i dati per poterlo invogliare in futuro ad acquistare il prodotto informativo che si vuole vendere.

Non appena l’utente lascia i propri dati è possibile contattarlo proponendo un’offerta personalizzata sulla base degli interessi espressi o dal profilo in questione.

L’utente interessato al prodotto viene portato su una landing page volta a fornire tutte le informazioni.

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Green marketing: il marketing ecosostenibile

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Il green marketing è la promozione di prodotti, servizi o attività che vengono promosse come ecologicamente sicure e sostenibili a livello ambientale.

Si tratta di una pratica che nasce come risposta ai danni ambientali causati dall’uomo e all’estrema necessità di affrontare il problema. Con il green marketing si pone enfasi sul contributo delle aziende nel ridurre questo impatto.

Green marketing: di cosa si tratta

Negli anni recenti, l’impatto delle attività umane sulla natura è diventato il centro del dibattito pubblico, aumentando così la consapevolezza sul problema e sul bisogno di affrontarlo.

In questo contesto anche i consumatori non sono rimasti indifferenti alle tematiche e così le strategie di marketing si sono adeguate. Questo ha portato alla nascita e alla diffusione dei termini come: green marketing, marketing sostenibile, marketing ecologico o environmental marketing. Queste sono tutte le attività di promozione che puntano sull’impegno delle aziende nel creare prodotti, servizi e campagne che puntino alla lotta contro i problemi ambientali.

L’iniziativa delle aziende e multinazionali, seppur dovrebbe partire dal singolo individuo, è un responsabilità e un dovere, così da sensibilizzare la collettività. Inoltre, è proprio compito delle aziende cercare di ridurre tale problematica e migliorare le condizioni di vita sulla terra.

Come dar vita a una strategia di marketing ecosostenibile

Una strategia di green marketing efficace è caratterizzata non solo dalla promozione di un prodotto o servizio green, ma punta allo sviluppo di una brand identity caratterizzata dall’impegno di fare scelte ecologiche.

Si dovrebbe dunque partire dai processi produttivi e dallo smaltimento dei rifiuti. Ciò consente di creare campagne di marketing che non solo comunicano l’interesse dell’azienda verso queste problematiche, ma servono anche per educare i consumatori ad abitudini di consumo e riciclo.

Le aziende possono partire da pratiche basilari come il riciclaggio dei materiali, passando dalla riduzione del consumo di energia o di carta e poi ala creazione di prodotti o di packaging fatti con materiali green.

Tutte queste attività devono essere comunicate in maniera chiara e veritiera.

Data la crescente sensibilità e consapevolezza dei consumatori nei confronti di queste problematiche, i marketer devono imparare a comunicare meglio l’impegno di un’azienda. Devono iniziare a proteggere il pianeta senza ignorare la cultura aziendale. È necessario che ci siano sforzi concreti da parte di alcuni marchi, per proteggere l’ambiente e ridurne gli aspetti negativi impatto sull’ambiente.

Pertanto, un’affermazione “verde” deve essere verificabile e accompagnata da una certificazione ambientale, come quella che dimostri che un’azienda controlla le emissioni di gas serra.

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