Green marketing: il marketing ecosostenibile

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Il green marketing è la promozione di prodotti, servizi o attività che vengono promosse come ecologicamente sicure e sostenibili a livello ambientale.

Si tratta di una pratica che nasce come risposta ai danni ambientali causati dall’uomo e all’estrema necessità di affrontare il problema. Con il green marketing si pone enfasi sul contributo delle aziende nel ridurre questo impatto.

Green marketing: di cosa si tratta

Negli anni recenti, l’impatto delle attività umane sulla natura è diventato il centro del dibattito pubblico, aumentando così la consapevolezza sul problema e sul bisogno di affrontarlo.

In questo contesto anche i consumatori non sono rimasti indifferenti alle tematiche e così le strategie di marketing si sono adeguate. Questo ha portato alla nascita e alla diffusione dei termini come: green marketing, marketing sostenibile, marketing ecologico o environmental marketing. Queste sono tutte le attività di promozione che puntano sull’impegno delle aziende nel creare prodotti, servizi e campagne che puntino alla lotta contro i problemi ambientali.

L’iniziativa delle aziende e multinazionali, seppur dovrebbe partire dal singolo individuo, è un responsabilità e un dovere, così da sensibilizzare la collettività. Inoltre, è proprio compito delle aziende cercare di ridurre tale problematica e migliorare le condizioni di vita sulla terra.

Come dar vita a una strategia di marketing ecosostenibile

Una strategia di green marketing efficace è caratterizzata non solo dalla promozione di un prodotto o servizio green, ma punta allo sviluppo di una brand identity caratterizzata dall’impegno di fare scelte ecologiche.

Si dovrebbe dunque partire dai processi produttivi e dallo smaltimento dei rifiuti. Ciò consente di creare campagne di marketing che non solo comunicano l’interesse dell’azienda verso queste problematiche, ma servono anche per educare i consumatori ad abitudini di consumo e riciclo.

Le aziende possono partire da pratiche basilari come il riciclaggio dei materiali, passando dalla riduzione del consumo di energia o di carta e poi ala creazione di prodotti o di packaging fatti con materiali green.

Tutte queste attività devono essere comunicate in maniera chiara e veritiera.

Data la crescente sensibilità e consapevolezza dei consumatori nei confronti di queste problematiche, i marketer devono imparare a comunicare meglio l’impegno di un’azienda. Devono iniziare a proteggere il pianeta senza ignorare la cultura aziendale. È necessario che ci siano sforzi concreti da parte di alcuni marchi, per proteggere l’ambiente e ridurne gli aspetti negativi impatto sull’ambiente.

Pertanto, un’affermazione “verde” deve essere verificabile e accompagnata da una certificazione ambientale, come quella che dimostri che un’azienda controlla le emissioni di gas serra.

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Ambient marketing

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Col termine ambient marketing si intende la collocazione di annunci pubblicitari in luoghi insoliti e inaspettati. Solitamente non vengono posti neppure con metodi convenzionali, così da risultare originali e unici.

L’ambient marketing stupisce, toglie il fiato e attira l’attenzione della gente nelle piazze, stazioni e così via.

Come tutte le altre forme di marketing non convenzionale, l’ambient marketing mira al raggiungimento del consumatore laddove non si aspetterebbe di essere destinatario di messaggi pubblicitari e promozionali. Questo consente all’azienda di puntare sull’effetto sorpresa, vincendo la normale resistenza a questo tipo di comunicazione.

Definizione di ambient marketing

L’ambient marketing, come detto, tende a incontrare il proprio target fuori dai frame tradizionali, a cui, solitamente, si relega la comunicazione pubblicitaria.

Volendone fornire una definizione, si tratta di una forma di marketing che utilizza elementi dell’ambiente, ogni superficie fisica disponibile, che consente di trasmettere messaggi e fornire incentivi che incoraggino e suscitino il coinvolgimento dei consumatori nei confronti di un brand.

Elementi principali

L’ambient marketing si caratterizza, anzitutto, con la reinterpretazione dell’ambiente. Questo viene, pertanto, inteso come un contesto di vita quotidiana. Difatti si possono trovare esempi di questo genere di marketing non solo in spazi aperti, ma anche all’interno degli edifici.

Il brand si appropria dello spazio, lo sfrutta a suo vantaggio e lo plasma per trasmettere il messaggio pubblicitario.

Questo avvicina all’effetto sorpresa fondamentale per questa tipologia di advertising.

Qui gioca un ruolo determinante, ovviamente, il luogo prescelto. Questo si individua sulla base del target che si vuole raggiungere e la scelta ricade sui luoghi ad alto traffico.

La peculiarità di queste campagne e le loro diversità consentono di incontrare l’apprezzamento del pubblico e vengono condivise poi sui social e sui media. Ciò consente di far superare al messaggio i confini geografici e raggiungere un maggior numero di persone.

Nello specifico, l’ambient marketing ha come fine ultimo quello di creare nei suoi destinatari interesse e curiosità che si trasformano in un avvicinamento spontaneo verso il brand e il prodotto.

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Gamification: di cosa si tratta

gamification

Se un tempo i videogiochi erano visti che un semplice passatempo, o un hobby dal coltivare, negli ultimi decenni l’universo video-ludico ha trovato numerose implicazioni esterne, soprattutto nell’universo del marketing. Nota come gamification descrive l’applicazione di prerogative ludiche in realtà che normalmente ne sono prive o in contesti non legati al gioco.

Vediamo caratteristiche e peculiarità della gamification.

Cos’è la gamification

Col termine gamification si intende l’utilizzo di elementi provenienti dall’universo dei giochi e delle tecniche del game design, in contesti non ludici, come, ad esempio, all’interno di una strategia aziendale.

Nel marketing la ludicizzazione si utilizza per raggiungere un determinato obiettivo, come quello di divertire, motivare o coinvolgere l’utente.

Tramite tale applicazione si fidelizza l’utente al brand e si tenda di vendere un prodotto. Inoltre, si dimostra particolarmente efficace poiché rompe la monotonia della quotidianità, raramente interrotta da azioni piacevoli, come il gioco.

La gamification, pertanto, ha lo scopo di coinvolgere le persone tramite il divertimento e il gioco.

Gamification nel marketing

La gamification, come già detto, viene spesso utilizzata nelle strategie del marketing. Ciò accade grazie alla capacità di creare e appagare, desideri e bisogni umani. L’utente ha degli obiettivi da raggiungere, livelli da superare e una competizione sana con atri utenti.

Affinché una strategia di marketing, ove è applicata la ludicizzazione, sia efficace sono fondamentali tre punti principali:

  • motivazione: il processo amplifica il processo e coinvolge l’utente e lo spinge a usufruire del servizio;
  • apprendimento: la ludicizzazione spinge l’utente a inseguire un obiettivo finale;
  • libertà: l’utente viene così stimolato a partecipare, senza essere costretto.

I benefici della ludicizzazione

L’utilizzo della gamification nelle strategie aziendali di marketing è fondamentale per modificare il comportamento delle persone.

Alcuni evidenti benefici sono il consolidamento di interesse attivo da parte degli utenti coinvolti verso il messaggio che si vuole comunicare. Inoltre, si ottiene la fidelizzazione del cliente e l’acquisizione di nuovi clienti.

La gamification si può applicare a molteplici ambiti, quali il sito internet dell’azienda, la strategia social, una campagna a pagamento online. 

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Mobile marketing: come comunicare tramite mobile

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Il mobile marketing è l’insieme di pratiche che permettono alle aziende di comunicare con un pubblico raggiungibile tramite i dispositivi mobili, come cellulari e smartphone.

Cos’è il mobile marketing

Col termine mobile marketing si identificano tutte le azioni e strategie di marketing che vedono come protagonista la comunicazione mobile tramite dispositivi come smartphone, tablet e tecnologie wearable. Questa tipologia di marketing abbraccia una fascia di pubblico eterogenea per genere, età e comportamento d’acquisto. Ad oggi ricopre un ruolo chiave nei piani di comunicazione aziendale.

Appare chiaro che l’esperienza mobile sia differente rispetto a una navigazione da desktop. L’uso, le abitudini e i bisogni di navigazione degli utenti. In quest’ottica la presenza di strategie di marketing adatta così da sviluppare un piano strategico funzionale per aziende e brand.

Per potersi affacciare a questa tipologia di marketing è possibile utilizzare diverse e molteplici soluzioni. Si parte dai voice alert, ai classici SMS, dalle mail alle augmented reality. Tuttavia, sono le applicazioni e i mobile website i migliori strumenti per creare una relazione profonda tra brand e utente, sia da un punto di vista funzionale che contenutistico.

Si consiglia, solitamente di sviluppare un mobile website, che si mostra come strumento immediato che non necessita di download o problemi di compatibilità o upgrade. Ciò garantisce molti vantaggi in termini di rapporto costi/benefici, questo infatti consente di comunicare a un’ampia reach tramite piattaforme con costi sostenuti.

Al contrario, non sempre è necessario che un brand abbia una mobile app.

Strategie di mobile marketing

Per poter utilizzare al meglio il mobile marketing è possibile far riferimento a numerose strategie, tra cui: QR Code Marketing; SMS Marketing; App Marketing e Native Mobile Advertising.

QR Code Marketing

Il QR Code Marketing è una strategie di mobile marketing che prevede l’utilizzo di un QR code decodificabile tramite l’utilizzo di un dispositivo mobile. È possibile utilizzarli per la promozione di un nuovo prodotto. Il potenziale cliente può scegliere di raggiungere il prodotto attraverso il proprio smartphone e l’utilizzo di un QR code.

SMS marketing

Col termine SMS Marketing si fa riferimento alle strategie di marketing caratterizzate dall’invio di SMS contenenti promozioni o offerte riservate agli iscritti di un dato database. Utilizzare il mobile marketing per coinvolgere nuovi contatti può essere una soluzione a basso costo se il coinvolgimento dei nuovi contatti avviene attraverso referral: i contatti esistenti vengono incentivati a promuovere l’azienda o il servizio presentando nuovi contatti con benefit per entrambi.

App marketing

Le campagne di App Marketing funzionano tramite notifiche push he coinvolgono l’utente a partecipare a concorsi a premi, a rispondere a domande o a prendere parte a iniziative organizzate da brand.

Nella declinazione di app adv si trovano forme di banner in app, interstitial ads e reward ads che accompagnano l’utente durante la sua navigazione.

Native Mobile Advertising

Il Native Mobile Advertising  al contrario della pubblicità tradizionale è meno invasivo e si adatta al contesto in maniera camaleontica.

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Return on investment: il ROI

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Il return on investment, noto come ROI, è un indice di redditività che misura la capacità dell’impresa di impiegare le risorse a disposizione e misura la redditività corrente del capitale investito nella gestione.

L’indice ROI si rivela particolarmente utile per confrontare tra loro i rendimenti derivanti da forme diverse di investimento.

ROI: di cosa si tratta

Il return on investment, ossia il ROI, è traducibile come indice di redditività del capitale investito o tasso di rendimento degli investimenti. Questo esprime indicazioni sulla redditività della gestione operativa d’impresa, rappresentata come percentuale annua di rendimento sul capitale investito.

Il ROI è uno degli indicatori di redditività. Questi sono indicatori finalizzati alla valutazione tra l’equilibrio economico aziendale e alla misurazione delle capacità dell’azienda di produrre reddito e generare risorse.

Appare chiaro che il ROI sia uno degli indici di bilancio più utilizzati. Questo può essere calcolato non solo a livello aziendale, ma anche a livello di business.

Il return on investment è calcolabile tramite il rapporto tra il reddito operativo (RO) e il capitale investito (CI). Pertanto, più è alto l’indicatore più la campagna si definisce redditizia.

Il capitale investito si indica come attivo operativo. L’attivo operativo usato nella formula è calcolato come la media dell’attivo operativo tra inizio e fine esercizio.

Formula per calcolare il ROI

Il valore del ROI viene espresso in percentuale.

Esemplificando, se un’azienda ha un return on investment del 10% significa che per ogni 100 euro investiti nell’attività operativa si genera un rendimento annuo del 10%, ossia 10 euro di reddito operativo.

Problematiche del return on investment

Sono presenti alcune critiche relative all’utilizzo del return on investment. Difatti, in una campagna sono coinvolti differenti canali e non si dimostra facilmente attribuibile un guadagno a uno specifico canale.

Inoltre, gli acquisti si mostrano come frutto di lunghe operazioni e molti prodotti possono essere acquistati più di una volta.

Inoltre, alcune campagne non fruttano nell’immediato e soprattutto nei canali offline la misurazione del ROI è molto più complessa.

Nonostante quanto appena espresso, il ROI resta uno strumento importante per un’azienda, soprattutto quando si parla di marketing.

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Tone of voice: quanto è importante il tono di voce

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Il tone of voice è fondamentale per la comunicazione di un brand. Il tone of voice è letteralmente il tono di voce che si vuole dare alla comunicazione, in accorso con l’identità della marca.

Questo definisce il carattere e la personalità che si vogliono costruire attorno a un prodotto o a un brand.

Tone of voice: di cosa si tratta

Nell’universo della comunicazione online, definire il cosiddetto tone of voice è uno step fondamentale per una strategia di marketing vincente e ben strutturata. Il tono di voce può, infatti, essere inteso come una particolare modalità di presentazione dei vantaggi offerte da un dato prodotto e degli argomenti correlati.

Il tono di voce può essere delle volte spiritoso, ironico, trasgressivo o ancora sensuale.

Letteralmente, dunque, ha l’obiettivo di dare un tono personale al brand, così da mostrare un immagine precisa al pubblico di riferimento.

All’interno di un ambiente digitale, che esclude la comunicazione non verbale, ogni elemento del messaggio deve essere trasmesso con attenzione e con un corretto tono di voce, in armonia con tutti i contenuti creati e con l’identità della marca.

Nel mondo online è fondamentale focalizzarsi non solo su quello che si comunica, ma anche e soprattutto su quello che gli utenti percepiscono.

Proprio per tale ragione il tone of voice si mostra come elemento imprescindibile di una copy strategy ed è dunque applicabile a tutta la comunicazione pubblicitaria.

Come dar vita al proprio tone of voice

In fase di costruzione di un brand o di un’identità aziendale, è fondamentale costruire un tono di voce che sia in linea con la comunicazione che si vuole trasmettere ai clienti. È essenziale quindi stabilire con accuratezza cosa dire e soprattutto come dirlo, infondendo il proprio carattere unico in ogni elemento utilizzato per esprimere il messaggio desiderato.

Ci sono alcuni passi indispensabili da seguire per dare vita al proprio tono di voce. I cinque più importanti riguardano:

  • la definizione del target;
  • lo stile del linguaggio;
  • la differenziazione;
  • la chiarezza dei propri valori;
  • il set di regole che guideranno il lavoro.

Appare pertanto fondamentale identificare i valori che caratterizzano il brand, il messaggio che vuole essere veicolato, che non può, in alcun modo, contrastare con la comunicazione del brand. Il target, poi, è l’elemento fondamentale da tenere in considerazione. A chi ci si rivolge, l’età, il sesso, la professione e l’inquadramento sociale. Sono tutti elementi che determinano il tone of voice. Infine, è bene rispettare la coerenza con i punti citati e con il resto della comunicazione. Non può, infatti, essere comunicato un messaggio con un tono e un altro con un tono differente.

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Customer Journey Map: di cosa si tratta e come si crea

customer journey map

E se fosse possibile tracciare una mappa di tutte le interazioni che segnano il viaggio di un cliente attraverso tutti i servizi offerti, in un dato arco di tempo? Questo consentirebbe di avere una visione chiara e completa delle preferenze d’acquisto dei clienti e del tragitto che compiono prima di finalizzare un acquisto. Quanto appena descritto esiste, e viene definito customer journey map.

Customer Journey Map: definizione

Realizzare una customer journey map significa per un’azienda, o attività, mappare l’intero percorso del consumatore quando effettua un acquisto, divenendo ufficialmente cliente.

Ogni consumatore, infatti, si relaziona con un marchio, un prodotto o con un servizio, compiendo un viaggio che diviene noto come customer journey. Questo percorso è caratterizzato da un insieme di punti di contatto tra l’acquirente e il brand. Tali punti sono difatti i momenti di interazione diretta con il proprio pubblico.

Pertanto, disegnare la customer joruney map è il primo passo per scoprire quale sia il cliente tipo di un’azienda, i canali che utilizza e i punti di contatto che si creano.

Conoscere il proprio cliente consente di identificarne i bisogni e i mezzi che utilizza per soddisfarli. Comprendere ciò che spinge verso l’acquisto è il primo step per una chiara interpretazione delle esigenze.

Il monitoraggio del customer journey svolge un ruolo centrale all’interno delle strategie di marketing delle imprese moderne.

I touchpoint del customer journey

Le varie tappe, online e offline, che il consumatore attraversa durante il suo viaggio d’acquisto sono note come touchpoint.

I touchpoint sono cinque e sono così classificati:

  • Consapevolezza o Awareness: il cliente scopre un prodotto e/o marchio attraverso diversi possibili canali (fisici, digitali, gestiti dalle imprese o gestiti da terzi);
  • Considerazione o Consideration: il cliente confronta diversi prodotti offerti sul mercato alla ricerca della soluzione migliore per il suo bisogno tramite recensioni e opinioni;
  • Intenzione o Intention: il cliente inizia a maturare l’intenzione all’acquisto di un prodotto rispetto a un altro, una marca rispetto a un’altra;
  • Decisione o Decision: il cliente fa la sua scelta non solo sull’eventualità di effettuare o meno l’acquisto, ma anche su quale prodotto/servizio faccia al caso suo.
  • Fidelizzazione o Loyalty: il cliente è soddisfatto del prodotto e/o servizio acquistato da una particolare impresa e desidera reiterare l’acquisto.

Nel caso in cui, infatti, un prodotto soddisfa le aspettative del cliente, egli diventa fedele al marchio e prolunga la relazione cliente-impresa, tornando così a usufruire dei servizi anche in futuro.

I touchpoint imprescindibili sono dunque: trasformare l’intenzione in acquisto e l’acquisto in fidelizzazione.

Come creare una mappa del consumatore

Compresa l’importanza di una customer journey map, è ora di capire come realizzarne una. È bene chiarire che non esiste un’unica modalità di sviluppo di una mappa del consumatore.

In generale, tuttavia, qualunque mappa si compone di quattro elementi fondamentali:

  • buyer personas;
  • una linea temporale;
  • l’esperienza degli utenti o customer experience;
  • i touchpoint.

A prescindere dal metodo utilizzato, una corretta customer journey racconta la storia, il percorso degli utenti.

Per dar vita a una mappa, infatti, si tiene conto di alcune fasi imprescindibili. Prima tra tutte la definizione degli obiettivi. Si tratta di un passaggio che permette di decidere gli obiettivi, i prodotti interessati e la storia. Successivamente si identifica il cliente-tipo e, di conseguenza, si tracciano le informazioni sulla customer experience.

Tracciate queste linee guida si può procedere verso il disegno della mappa considerando i touchpoint online e offline.

Adesso la mappa può essere utilizzata come guida per tutte le future strategie di marketing.

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Marketing esperienziale: quando il consumatore è il protagonista

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Il marketing esperienziale è la migliore forma di customer experience possibile. Fa, infatti, leva sulla sfera emotiva del consumatore, che crea un legame personale e duraturo con il brand stesso.

L’esperienza che si va a costruire dev’essere coinvolgente, rilevante ed estremamente personalizzata. Questa, difatti, promuove tanto il prodotto quanto uno stile di vita ad esso connesso.

Vediamo nel dettaglio le caratteristiche del marketing esperienziale e scopriamone i vantaggi.

Marketing esperienziale: di cosa si tratta

Quando si parla di experiential marketing si fa riferimento a una tecnica di marketing che consente di ingaggiare direttamente il proprio target, invitandolo a vivere in prima persona delle esperienze positive che lo portano a conoscere il brand. Cambia, dunque, il punto di vista del cliente, che non è più un mero spettatore, ma si pone come protagonista dell’esperienza.

In questo caso, dunque, un’esperienza vale molto di più di uno spot pubblicitario. Il marketing esperienziale, infatti, offre l’opportunità di incuriosire e coinvolgere il consumatore in modo diretto, facendo appello all’esperienza sensoriale e alla sfera emotiva.

Tramite spettacoli, giochi, eventi, invita a un’immersione nella realtà del prodotto o servizio offerto.

Come funziona l’experiential marketing

Il marketing esperienziale consente al consumatore di vivere, dunque, il brand. Difatti, il consumatore non è sempre guidato dalla razionalità nelle sue scelte d’acquisto ma anche, o soprattutto, da fattori emotivi. Spesso, infatti, è alla ricerca di esperienze d’acquisto o di consumo che siano coinvolgenti.

Questo singolare tipo di customer experience crea connessioni personali tra brand e cliente e potenzia l’engagement grazie alla personalizzazione dell’offerta e alle reazioni stimolate sul piano emozionale.

L’impatto si mostra più incisivo della comunicazione pubblicitaria.

In cosa consiste il marketing esperienziale

Quando si parla di marketing dell’esperienza si fa fatica a concentrarsi sulla tecnica di esecuzione.

Se si desidera che l’utente percepisca il valore di un prodotto senza perdersi nei meandri della scheda tecnica è preferibile farlo tramite un’esperienza reale. Lstrategia del marketing esperienziale si basa sulla capacità di spostare il focus dell’attenzione dalla tecnica all’emozione.

Questo snodo si presenta in modi differenti: le tecniche di marketing esperienziale si definiscono attraverso campagne di ADV con un copywriting particolare, festival ed eventi dal vivo, social media marketing, digital PR, partnership, influencer marketing e altro ancora.

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Sentiment Analysis: l’analisi dei sentimenti degli utenti

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La Sentiment Analysis è un’analisi che traccia le interazioni tra utenti, in un determinato spazio e tempo. Nello specifico è un’analisi computazionale di sentimenti e opinioni espressi nei testi generati in Rete su un prodotto, servizio, etc.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Sentiment Analysis: di cosa si tratta

Con l’avanzata tecnologica e la diffusione dei social media, tutti gli utenti hanno cominciato a rilasciare commenti, opinioni e giudizi in Rete. Ciò ha comportato la costituzione di una mole di dati da analizzare da parte delle istituzioni, personaggi politici e brand.

La possibilità di conoscere l’acquirente o il potenziale cliente, consente di studiarne le abitudini di consumo, le preferenze e le idee. Queste sono azioni fondamentali nelle fasi di pianificazione delle operazioni di marketing di un’azienda. Quanto appena descritto viene definito sentiment analysis.

Più nello specifico, considerando la social network analysis, ossia dallo studio delle reti sociali da un punto di vista formale e contenutistico, nasce la sentiment analysis.

Questo studio è l’analisi computazionale di sentimenti e opinioni espressi nei testi, post, commenti, generati in Rete su un prodotto, un servizio, un’organizzazione, etc.

Coloro che rilasciano queste opinioni sono detti portatori di opinione, o anche noti come opinion holder o opinion source. L’opinione espressa ha un orientamento positivo, negativo o neutro. L’orientamento dell’opinione è definito anche sentiment orientation, polarity of opinion o semantic orientation.

Campi d’azione

I campi d’azione della sentiment analysis ricadono, indubbiamente sulle piattaforme che consento di estrarre informazioni utili per le aziende. Tra tutte, i social media vengono utilizza per compiere previsioni sul presente (nowcasting) e sul futuro (forecasting). Ciò rende importante la possibilità di avvalersi della sentiment analysis poiché è possibile analizzare le opinioni in tempo reale.

I settori in cui è possibile utilizzarla sono molteplici: dalla politica ai mercati azionari, dal marketing alla comunicazione, dall’ambito sportivo a quello delle scienze mediche e naturali. Ma non solo: è possibile misurare anche le preferenze del consumatore/spettatore in relazione a programmi televisivi, film e spettacoli di vario genere.

L’utilità della sentiment analysis per l’azienda

Ad oggi, grazie alle analisi dei sentimenti le aziende hanno la possibilità di avere molte più informazioni correlate alla percezione degli utenti. La sentiment analysis permette parallelamente di profilare gli utenti e comprendere le loro principali caratteristiche demografiche. Difatti questa viene definita un’attività meno macchinosa e dispendiosa delle vecchie indagini di mercato.

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Digital marketing: creare contenuti di valore

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Alla base di una strategia di marketing efficace vi è necessariamente la creazione di contenuti di valore. Il digital marketing comprende anche tutte le attività volte alla realizzazione e produzione dei contenuti.

Il digital marketing

Il digital marketing nasce con lo scopo di aumentare il flusso di traffico online degli utenti. Questo tipo di marketing considera le piattaforme digitali e genera lead generation.

Nello specifico il content marketing si mostra come il miglior metodo per attirare pubblico, poiché fonda la sua forza sulla creazione di materiali originali, tramite tutte le modalità a disposizione come video, post, articoli etc.

La condivisione degli stessi aumenta l’interesse verso prodotti e servizi dell’azienda, rendendo il contenuto virale, accrescendo la fame del business.

Il principio fondamentale dietro il digital marketing e il content marketing stesso risale al 1996 con la famosa affermazione di Bill Gates che poneva il contenuto al centro: content is king.

La realizzazione di contenuti, cruciale nel digital marketing, è il punto focale dell’assioma offerto dal Content Marketing Institute che definisce il Content Marketing come

“Una tecnica di marketing volta a creare e distribuire contenuti pertinenti e di valore per attrarre, acquisire e coinvolgere una target audience chiara e definita con l’obiettivo di guidare i clienti verso una azione redditizia”.

Come appare chiaro il content marketing è posto al centro di ogni strategia di marketing digitale. Questo avviene a causa delle caratteristiche proprie del mondo digitale, ove le persone si aspettano a trovare soluzioni che rispondano alle proprie esigenze.

I benefici

Le azioni di queste strategie migliorano e rafforzano la brand awareness e l’engagement tramite la creazione di un rapporto vero e diretto coi clienti.

Il content marketing nello specifico ridefinisce l’andamento delle pagine SERP e il posizionamento SEO.

Come fare digital marketing

La produzione di un contenuto efficace e accattivante passa per una serie di step specifici e particolari.

Il content marketing richiede l’elaborazione di un piano editoriale che non perda di vista gli obiettivi aziendali. 

I principali da tenere ben in considerazione sono i seguenti:

  • stabilire gli obiettivi;
  • usare il modello delle buyers personas;
  • seguire il buyer’s journey;
  • programmazione dei contenuti per ogni fase;
  • utilizzare tutti i canali di diffusione possibili;
  • ottimizzazione del ROI.

Concludendo, alla base del digital marketing è posta la realizzazione di un copy efficace e persuasivo che appaghi e colmi il desiderio degli utenti.

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