Brand advertising tra web e spot TV: come cresce un business

Brand Advertising, perché accresce il business di un'azienda

Brand advertising

Se si pensa al suo significato letterale, ‘advertising’ fa riferimento al verbo inglese che indica l’azione di ‘avvertire’, ‘rendere noto’. Viene da sé quindi che il Brand Advertising è quel ramo del marketing attraverso cui le aziende si impegnano a promuovere e a far conoscere – a una determinata platea – il proprio brand, i propri prodotti o i propri servizi. Si parla di promozione in termini certo economici, ma anche strategici e creativi. Un fattore fondamentale che permette a una strategia di advertising di funzionare è la scelta accurata dei mezzi a cui destinare le proprie pubblicità. L’online e l’offline, infatti, oggi convivono e si richiamano a vicenda: da una parte, lo spot pubblicitario può indurre l’ascoltatore a effettuare una ricerca più approfondita sul web. Dall’altra parte, un annuncio Google può portare l’utente a visionare il prodotto in-store. 

Brand advertising: il web

Negli ultimi anni si sono fatte spazio fra le strategie di marketing delle aziende, fino a diventarne un elemento imprescindibile. Quello di cui non si può proprio fare a meno nel Brand Advertising è, infatti, il web: le forme pubblicitarie figlie delle nuove tecnologie rientrano nel cosiddetto Digital Advertising e consentono, in pratica, di catturare l’attenzione di un pubblico più mirato. Certo, relativamente ai costi che in questi mezzi il brand ha deciso di investire. A seconda del canale utilizzato, cambieranno anche i formati e le strategie utilizzate:

  • Dispay Advertising: si tratta della pubblicità su banner che popolano, di solito, i siti web. Una forma di pubblicità che consente di intercettare gli utenti durante la loro normale esperienza di navigazione. 
  • Search Advertising: la pubblicità su Google. Consiste in campagne a pagamento che permettono di intercettare le cosiddette keyword. Cioè proprio le parole che gli utenti digitano su Google per trovare quello che stanno cercando. In questo caso, infatti, il vantaggio è quello di attirare utenti vagamente interessati al proprio prodotto o servizio.
  • Social Advertising: le pubblicità sono ricolate tramite i social media. In questo caso, il pubblico è targettizzabile in base agli interessi, all’età e alla provenienza.  
  • Native Advertising, cioè i contenuti sponsorizzati e visibili all’interno di un sito web. Ne sono un esempio gli articoli sponsorizzati che sempre più spesso si trovano nelle testate online: il vantaggio è quello di non risultare troppo invasivi per gli utenti. 

Spot TV e Advertising tradizionale

Tra i formati pubblicitari da valutare per far sì che un Brand Advertising funzioni, ci sono sicuramente quelli tradizionali. O cosiddetti offline. 

  • Spot pubblicitari in TV o radio, da sempre i mezzi attraverso cui si raggiunge un’audience maggiore.
  • Pubblicità su stampa.
  • Gli out-of-home: si tratta della pubblicità esterna, che può comprendere manifesti, insegne, totem, cartelloni e simili. 

Perché il Brand Advertising serve alle aziende

Nessuno saprebbe, oggi, immaginare un mondo senza advertising. Annunci, campagne, sponsorizzazioni, spot TV: sono tutte facce di una stessa medaglia. Elementi indispensabili per un brand che voglia accrescere il proprio business, partendo dalla propria brand awareness. Raggiungere gli obiettivi pubblicitari, d’altronde, significa aver convertito al meglio il proprio investimento e apportato benefit all’azienda. In termini di immagine e notorietà di marca, ma anche di stimolo all’acquisto e ampliamento del proprio target di riferimento. 

Noi mettiamo la nostra esperienza nell’ambito del Digital Advertising e della realizzazione di spot TV e radio a disposizione delle aziende che vogliono far crescere il proprio business. Contattaci per una consulenza gratuita.

Brand Loyalty: come costruire la fedeltà alla marca

Brand Loyalty: come costruire la fedeltà alla marca

La Brand Loyalty è la preferenza del consumatore a un brand specifico. Rappresenta quell’atteggiamento positivo nei confronti della marca che spinge il cliente a favorirla rispetto alle altre della stessa categoria. Oggi il Web offre nuove opportunità per le aziende di migliorare la propria immagine e costruire relazioni significative con i clienti.

Brand Loyalty: perché è importante per un brand

La Brand Loyalty misura in altre parole la possibilità, da parte del consumatore, di cambiare marca all’interno di una determinata categoria di prodotto. La fedeltà al brand deriva da un sentimento positivo percepito nei confronti di quel marchio. Si dimostra concretamente nelle preferenze di acquisto, orientate in prevalenza e in prima battuta sempre verso prodotti e servizi della stessa marca. È chiaro quindi che la Brand Loyalty rappresenta per un’azienda un fattore decisivo di fidelizzazione e determina la ripetizione dell’acquisto. 

Costruire e coltivare la Brand Loyalty, al livello più alto, assicura dunque che il brand non sia una semplice commodity. Permette inoltre di sapere cosa ispira la fedeltà al marchio (o cosa allontana i clienti): una conoscenza decisiva per prendere decisioni più intelligenti sulla strategia da adottare. 

I gradi della Brand Loyalty: la piramide di Aaker

La fedeltà alla marca non è sempre uguale e a strutturare i diversi livelli di Brand Loyalty c’è la piramide di Aaker, che individua i gradi fedeltà degli acquirenti.

Al livello più basso della piramide – e quindi al livello più debole di fedeltà alla marca – ci sono gli switchers, gli acquirenti infedeli. Non sono fedeli a nessun marchio, perché per loro il brand ha un ruolo marginale nella decisione di acquisto mentre sono rilevanti altri fattori quali convenienza, prezzo e comodità. Non hanno alcun problema a cambiare marca, da cui il termine inglese.

Al gradino superiore ci sono invece gli acquirenti abituali (satisfied or habitual buyers). Si tratta di persone che acquistano il marchio per abitudine, appunto, essendone soddisfatti e non avendo particolari motivi per cambiare. Sono però vulnerabili dalle offerte dei concorrenti, perché nel caso di benefici addizionali non avrebbero difficoltà a cambiare.

Ancora più su ci sono i satisfied buyers with switching costs, cioè gli acquirenti soddisfatti (anche) per motivi di costo, non solo economico. Sono clienti che non hanno motivi di insoddisfazione verso un brand o i suoi prodotti che possano provocare un cambiamento, anche e soprattutto a causa delle barriere che rendono faticoso questo switch. Se però i brand concorrenti riescono a soddisfare le condizioni richieste o proporre dei benefici addizionali, potrebbero effettivamente tradire il brand.

Al penultimo livello ci sono i consumatori brand likersamici del brand. L’acquirente inizia ad essere un appassionato di quella marca, sviluppando un’affinità basata soprattutto sull’emozione (e quindi senza possibilità di spiegare razionalmente questa preferenza), e lo dimostra preferendolo alle altre alternative per associazioni e percezione di alta qualità.

Alla cima della piramide della brand loyalty troviamo i clienti coinvolticommitted buyers, che hanno un’elevata fiducia nella marca, praticamente una fede incrollabile (la allegiance), al punto da raccomandare il brand ad altri clienti. 

Come aumentare la fedeltà al brand

Sono fattori come le esperienze, i valori legati all’associazione e la percezione del marchio a guidare la Brand Loyalty. E quindi a spingere i clienti ad acquistare da quell’azienda in maniera indipendente dal prezzo o dai competitor. Finché la qualità del prodotto e il livello di servizio fornito rimangono gli stessi, i clienti fedeli al marchio sentiranno poco il bisogno di controllare la concorrenza. In questo senso, la fedeltà al marchio è meno rischiosa della fedeltà del cliente.

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Come fare email marketing: strategie e tipologie

Come fare email marketing: strategie e tipologie

L’email marketing è un canale efficace se si vuole entrare in contatto con il proprio pubblico. La gestione dei dati permette di interagire con il cliente e semplifica il processo di fidelizzazione. A uscirne migliorata anche la user experience, grazie a contenuti mirati e a una loro pianificazione quantitativa e qualitativa su grande scala. 

Email marketing: cos’è?

Per avere un quadro completo dei potenziali benefici che il canale di posta elettronica può apportare a una strategia di marketing, è bene partire da una sua definizione. L’email marketing è quell’attività che consiste nella progettazione e nell’invio di messaggi di posta elettronica a fini di marketing. E quindi per la vendita di prodotti e servizi, per parlare ai propri lettori o, ancora, per portare avanti strategie di brand awareness.

Si tratta di un flusso di lavoro che invia, attraverso un software dedicato o la gestione manuale, email agli utenti di riferimento in base al periodo migliore e alle esigenze dei destinatari. Per far sì che le email diano benefici, infatti, è necessario che alla base ci sia una strategia che ne definisca obiettivi, contenuti e tipologie. Con le leggi sulla privacy sempre più restrittive, è molto importante assicurarsi di proteggere l’identità e i dati dei contatti a cui si invia l’e-mail. Bisogna cioè evitare l’invio massivo di messaggi e controllare che i destinatari abbiano dato il loro consenso a ricevere mail.

Come fare email marketing

L’uso di un software dedicato permette di migliorare in maniera significativa la gestione degli iscritti alla propria piattaforma online. La presenza di una più liste con i dati di iscrizione degli utenti è fondamentale per la pianificazione della propria strategia. La personalizzazione dei messaggi è infatti un punto forte dell’email marketing: i consumatori sono particolarmente legati ai messaggi e alle informazioni vicini alle proprie esigenze. Questo è considerato il punto di partenza per la creazione di un contenuto ad hoc per i gruppi di destinatari scelti. 

L’email marketing sfrutta messaggi ottimizzati e personalizzati per parlare al proprio pubblico e indurlo a compiere un’azione. Un’operazione resa ancora più performante dall’automazione degli invii dei messaggi: la creazione di un flusso di mail su un software dedicato, può di gran lunga ottimizzare la personalizzazione e l’esperienza utente e creare sequenzialità. Inviare, cioè, più messaggi di posta elettronica correlati tra loro tenendo in considerazione il fatto che ogni cliente ha un percorso diverso sul sito web. Condizione che necessita di una strategia diversa per ogni tipologia.

Tipologie

Aziende, brand e professionisti devono costruire le proprie mail per raggiungere obiettivi specifici. E in base alle diverse finalità è necessario scegliere un tipo specifico di messaggio: una newsletter sarà, per esempio, diversa da una DEM. Insomma, non solo è importante usare l’e-mail marketing nella propria strategia, ma decidere quale messaggio usare e con quale obiettivo.

Le campagne di e-mail marketing pubblicitarie, dunque, sono usate per lanciare un nuovo prodotto, un’offerta speciale e a tempo limitato, o promuovere un webinar o un evento. Il loro obiettivo è, in sintesi, la vendita. Queste e-mail contengano una CTA (Call to Action), cioè un invito a intraprendere un azione specifica, sia che si tratti di visitare un sito web o di acquistare un prodotto o prenotare un servizio. Ci sono poi le cosiddette DEM, legate al Direct E-mail Marketing. Con questo termine si identificano i messaggi di natura promozionale, mirati a intrecciare rapporti tra azienda e pubblico in modo molto chiaro e diretto.

Diverso è invece il campo delle campagne informative, che si divide in newsletter e annunci. Se una newsletter ha una base temporale predefinita e comunica nuovi traguardi raggiunti dal brand, nuove funzionalità e caratteristiche di un prodotto o servizio, novità e trend del settore, un annuncio è una comunicazione saltuaria legata a un evento preciso.

Sono i numeri che parlano per noi. Ogni giorno raggiungiamo i clienti con strategie mirate, studiate per i singoli settori. Le nostre campagne targettizzate ci permettono di selezionare i contatti giusti: oltre a un incremento del numero di clienti potenziali, apportiamo un miglioramento in termini di brand awareness, affidabilità percepita e Return On Investiment.

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Come costruire la brand identity

brand identity

Non si tratta di prodotti, ma di identità. A differenziare un brand all’interno della moltitudine di marchi presenti sul mercato è la sua storia, ciò che racconta e come il pubblico di riferimento lo percepisce. Non si parla solo del nome o del logo, si fa riferimento alla mission, alla storia, alla personalità. Tutto questo, e molto altro, è descritto dalla brand identity.

Perché investire nella brand identity

In una realtà commerciale nella quale si deve sgomitare con altre centinaia di marchi che propongono i medesimi prodotti e servizi, i brand devono saper dare importanza alla mission. Far uscire la propria voce fuori dal coro significa mostrare unicità e la singolarità di un brand viene pagata in termini di attenzione da parte del pubblico.

Il consumatore è portato a entrare in empatia con un’azienda quando la percepisce umana. Il brand deve raccontare la sua storia, tratteggiare un’immagine e spiegare le motivazioni dietro il suo ingresso sul mercato.

La brand identity si traduce nella consapevolezza del marchio, soprattutto in relazione con i competitor.

Costruzione della brand identity

Affinché un brand sia in grado di presentare una brand identity credibili ed efficace, non è necessaria solo una profonda conoscenza dello stesso, ma bisogna porsi delle domande sulla base di modelli di comunicazione denominati USP, SSP, ESP e CTSP.

USP

Con USP, o Unique Selling Proposition, si definisce cosa renda il proprio brand unico. Questo è, infatti, un parametro di specificità, che permette al brand stesso di essere consapevole della propria offerta e delle differenze concrete dai competitor.

SSP

Prendendo in considerazione lo Status Selling Proposition, si sposta il focus sullo status, ossia si punta a far comprendere al cliente che con l’acquisto di un prodotto si ottiene un dato status sociale. Questo all’interno dell’affermazione del sé all’interno di un gruppo diviene un fattore fondamentale. Le pratiche d’acquisto moderne sono quasi totalmente orientate verso l’acquisizione di una posizione nella scala sociale. Difatti, la SSP è solitamente applicata ai brand di lusso, che propongono al pubblico uno stile di vita.

ESP

L’Emotional Selling Proposition si concentra sulle emozioni che il brand, o il prodotto, suscita sull’acquirente. Ciò condurrà verso un cambiamento, o miglioramento, della condizione dell’acquirente.

CTSP

Con la CTSP si sfruttano le tensioni sociali e culturali. Di solito si parla di CTSP in relazione al Brand Activism, cruciale all’interno della nascita di una brand identity. La mission, l’impegno sociale, ciò in cui crede un brand rendono la nascita di un pubblico di riferimento molto più semplice e immediata. In questo caso i clienti si percepiranno inclusi, impegnati e ispirati dal brand.

Mettiamo in pratica strategie a misura di brand, perché ogni azienda ha una storia da raccontare: valorizzarla è il primo passo per renderla unica. 

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Se i social sono un vantaggio: Social media marketing, cos’è?

Social media marketing cos'è

Social media marketing, cos’è?

I social sono un potente mezzo di comunicazione. Utilizzati nel modo giusto da aziende, professionisti e attività di qualunque genere e dimensione, permettono di raggiungere i propri clienti (o utenti) abituali e potenziali. Social media marketing, cos’è? Si tratta di quell’insieme di strategie pensate proprio per le piattaforme social. Attraverso cui, cioè, i social network sono utilizzati dall’aziende per promuovere i propri servizi o prodotti. Ma non solo: i social permettono di coinvolgere i clienti, raggiungerne di nuovi e costruire e diffondere il proprio brand, la propria immagine e i propri valori. 

Spesso viene assimilato al Digital marketing, tanto che le due espressioni sono non di rado confuse. Ma va chiarito che chi decide di investire nel marketing digitale, include nei suoi investimenti strategie diversificate. Se quindi il Digital marketing sfrutta tutti i canali digitali, il campo d’azione del Social media marketing è invece ristretto proprio alle piattaforme social. Rappresenta quindi solo una parte di una strategia di marketing digitale più ampia ed estesa. 

La strategia

Viene da sé che una strategia di Social media marketing, come ogni strategia di marketing che si rispetti, non può essere improvvisata. I Social media marketer creano pagine Facebook aziendali, account su Twitter, Instagram, Pinterest e sugli altri principali social network, seguendo una precisa strategia multiscopo. 

Infatti, che si tratti di un brand nuovo o di un marchio affermato, devono essere da subito chiaro gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Sia nel breve periodo, sia nel lungo periodo. Una campagna di social media potrebbe essere utile quando si vuole migliore la propria brand awarness, quando si vuole lanciare un nuovo prodotto, o, ancora, quando si sta pensando a un’azione di rebranding. Tutte situazioni in cui creare una community che interagisca con il proprio brand e impari a conoscerlo (e riconoscerlo) è di estrema importanza. Perché la strategia funzioni, bisogna conoscere i propri clienti e riconoscerli sulle piattaforme social. Target di riferimento e social da utilizzare sono per questo motivo altre due scelte decisive. 

Non solo Social media advertising

L’altro settore che non va confuso con il Social media marketing è il Social media advertising. O meglio: il Social media marketing non è solo Social media advertising. Le piattaforme social offrono infatti la possibilità di sfruttare strumenti a pagamento per raggiungere i propri obiettivi. Avviene con una rimodulazione del proprio budget di investimento e con l’impostazione delle campagne perché raggiungano il target scelto. La differenza sostanziale è che il Social media marketing, che pure comprende campagne di social advertising, non è composto solo da contenuti sponsorizzati. Ma è costruito da una visione più ampia e strutturata di crescita in termini di presenza digitale. 

Mettiamo la nostra esperienza social a disposizione delle aziende che vogliono crescere e farsi (ri)conoscere. Contattaci per una consulenza gratuita.