L’immersive journalism è un genere di giornalismo noto per il suo sfruttamento delle tecnologie digitali, come realtà virtuale o aumentata, insieme a tecniche narrative particolari. Il nome deriva dalla capacità di immergere i sensi del lettore, all’interno dello scenario narrato, così da donargli un ruolo attivo nella storia.
Immersive Journalism: di cosa si tratta e come si definisce
L’immersive journalism non viene definito univocamente, nonostante non manchino i casi studio e di best practice.
L’European Journalism Observatory tenta di fornire una definizione parlando di tecniche transmediali che immergono il lettore nelle storie giornalistiche tramite personificazione di tipo virtuale.
Si fa, inoltre, riferimento alla produzione di news che consentono alle persone di sperimentare in prima persona l’evento o la situazione della storia.
Elementi e caratteristiche
Gli elementi fondamentali che più di tutto caratterizzano l’immersive journalism sono due: la tecnologia e la modalità di interazione.
Con la tecnologia si ricrea virtualmente lo scenario in cui è accaduto, o accade, il fatto. Ciò consente al fruitore di immergersi totalmente nella situazione. Solitamente, la tecnologia utilizzata è quella della realtà virtuale, o aumentata. Anche utili possono essere foto e video a 360° o visualizzazioni 3D.
Con la modalità di interazione si definisce il ruolo del lettore-fruitore nello svolgimento della storia. Può, infatti, essere un semplice osservatore, come trattarsi di un agente indispensabile per avanzare la storyline.
Anche se definito immersivo, il giornalismo non rinuncia a tecniche narrative tanto tradizionali quanto essenziali, che contribuiscono alla riuscita del pezzo giornalistico.
Tecnologia e immersive journalism
Appare chiaro e innegabile che la tecnologia ha avuto, e ha ancora, un ruolo fondamentale per la nascita del giornalismo immersivo.
Dal perfezionamento di foto e video in 3D, rendering, ologrammi, realtà aumentata e realtà virtuale.
Tuttavia, proprio questo eccesso di tecnologia ha portato verso una serie di dubbi sulla sostenibilità economica del giornalismo immersivo, quanto per le redazioni tanto per il pubblico stesso.
Difatti, essendo nota la crisi economica del giornalismo tradizionale, ci si domanda come sia possibile che redazioni, anche piccole, possano investire in tecnologie produttive o in professionisti con le competenze corrette.
Parimenti, dal lato utente, device come visori per VR e AR, fondamentali per fruire pienamente di queste narrazioni, non sono entrate nell’uso di massa.
Coloro che vogliono puntare sul giornalismo immersivo non possono che tenere conto di ciò.