Immersive Journalism: il giornalismo nella realtà virtuale

immersive journalism

L’immersive journalism è un genere di giornalismo noto per il suo sfruttamento delle tecnologie digitali, come realtà virtuale o aumentata, insieme a tecniche narrative particolari. Il nome deriva dalla capacità di immergere i sensi del lettore, all’interno dello scenario narrato, così da donargli un ruolo attivo nella storia.

Immersive Journalism: di cosa si tratta e come si definisce

L’immersive journalism non viene definito univocamente, nonostante non manchino i casi studio e di best practice.

L’European Journalism Observatory tenta di fornire una definizione parlando di tecniche transmediali che immergono il lettore nelle storie giornalistiche tramite personificazione di tipo virtuale.

Si fa, inoltre, riferimento alla produzione di news che consentono alle persone di sperimentare in prima persona l’evento o la situazione della storia.

Elementi e caratteristiche

Gli elementi fondamentali che più di tutto caratterizzano l’immersive journalism sono due: la tecnologia e la modalità di interazione.

Con la tecnologia si ricrea virtualmente lo scenario in cui è accaduto, o accade, il fatto. Ciò consente al fruitore di immergersi totalmente nella situazione. Solitamente, la tecnologia utilizzata è quella della realtà virtuale, o aumentata. Anche utili possono essere foto e video a 360° o visualizzazioni 3D.

Con la modalità di interazione si definisce il ruolo del lettore-fruitore nello svolgimento della storia. Può, infatti, essere un semplice osservatore, come trattarsi di un agente indispensabile per avanzare la storyline.

Anche se definito immersivo, il giornalismo non rinuncia a tecniche narrative tanto tradizionali quanto essenziali, che contribuiscono alla riuscita del pezzo giornalistico.

Tecnologia e immersive journalism

Appare chiaro e innegabile che la tecnologia ha avuto, e ha ancora, un ruolo fondamentale per la nascita del giornalismo immersivo.

Dal perfezionamento di foto e video in 3D, rendering, ologrammi, realtà aumentata e realtà virtuale.

Tuttavia, proprio questo eccesso di tecnologia ha portato verso una serie di dubbi sulla sostenibilità economica del giornalismo immersivo, quanto per le redazioni tanto per il pubblico stesso.

Difatti, essendo nota la crisi economica del giornalismo tradizionale, ci si domanda come sia possibile che redazioni, anche piccole, possano investire in tecnologie produttive o in professionisti con le competenze corrette.

Parimenti, dal lato utente, device come visori per VR e AR, fondamentali per fruire pienamente di queste narrazioni, non sono entrate nell’uso di massa.

Coloro che vogliono puntare sul giornalismo immersivo non possono che tenere conto di ciò.

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Mobile marketing: come comunicare tramite mobile

mobile marketing

Il mobile marketing è l’insieme di pratiche che permettono alle aziende di comunicare con un pubblico raggiungibile tramite i dispositivi mobili, come cellulari e smartphone.

Cos’è il mobile marketing

Col termine mobile marketing si identificano tutte le azioni e strategie di marketing che vedono come protagonista la comunicazione mobile tramite dispositivi come smartphone, tablet e tecnologie wearable. Questa tipologia di marketing abbraccia una fascia di pubblico eterogenea per genere, età e comportamento d’acquisto. Ad oggi ricopre un ruolo chiave nei piani di comunicazione aziendale.

Appare chiaro che l’esperienza mobile sia differente rispetto a una navigazione da desktop. L’uso, le abitudini e i bisogni di navigazione degli utenti. In quest’ottica la presenza di strategie di marketing adatta così da sviluppare un piano strategico funzionale per aziende e brand.

Per potersi affacciare a questa tipologia di marketing è possibile utilizzare diverse e molteplici soluzioni. Si parte dai voice alert, ai classici SMS, dalle mail alle augmented reality. Tuttavia, sono le applicazioni e i mobile website i migliori strumenti per creare una relazione profonda tra brand e utente, sia da un punto di vista funzionale che contenutistico.

Si consiglia, solitamente di sviluppare un mobile website, che si mostra come strumento immediato che non necessita di download o problemi di compatibilità o upgrade. Ciò garantisce molti vantaggi in termini di rapporto costi/benefici, questo infatti consente di comunicare a un’ampia reach tramite piattaforme con costi sostenuti.

Al contrario, non sempre è necessario che un brand abbia una mobile app.

Strategie di mobile marketing

Per poter utilizzare al meglio il mobile marketing è possibile far riferimento a numerose strategie, tra cui: QR Code Marketing; SMS Marketing; App Marketing e Native Mobile Advertising.

QR Code Marketing

Il QR Code Marketing è una strategie di mobile marketing che prevede l’utilizzo di un QR code decodificabile tramite l’utilizzo di un dispositivo mobile. È possibile utilizzarli per la promozione di un nuovo prodotto. Il potenziale cliente può scegliere di raggiungere il prodotto attraverso il proprio smartphone e l’utilizzo di un QR code.

SMS marketing

Col termine SMS Marketing si fa riferimento alle strategie di marketing caratterizzate dall’invio di SMS contenenti promozioni o offerte riservate agli iscritti di un dato database. Utilizzare il mobile marketing per coinvolgere nuovi contatti può essere una soluzione a basso costo se il coinvolgimento dei nuovi contatti avviene attraverso referral: i contatti esistenti vengono incentivati a promuovere l’azienda o il servizio presentando nuovi contatti con benefit per entrambi.

App marketing

Le campagne di App Marketing funzionano tramite notifiche push he coinvolgono l’utente a partecipare a concorsi a premi, a rispondere a domande o a prendere parte a iniziative organizzate da brand.

Nella declinazione di app adv si trovano forme di banner in app, interstitial ads e reward ads che accompagnano l’utente durante la sua navigazione.

Native Mobile Advertising

Il Native Mobile Advertising  al contrario della pubblicità tradizionale è meno invasivo e si adatta al contesto in maniera camaleontica.

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Return on investment: il ROI

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Il return on investment, noto come ROI, è un indice di redditività che misura la capacità dell’impresa di impiegare le risorse a disposizione e misura la redditività corrente del capitale investito nella gestione.

L’indice ROI si rivela particolarmente utile per confrontare tra loro i rendimenti derivanti da forme diverse di investimento.

ROI: di cosa si tratta

Il return on investment, ossia il ROI, è traducibile come indice di redditività del capitale investito o tasso di rendimento degli investimenti. Questo esprime indicazioni sulla redditività della gestione operativa d’impresa, rappresentata come percentuale annua di rendimento sul capitale investito.

Il ROI è uno degli indicatori di redditività. Questi sono indicatori finalizzati alla valutazione tra l’equilibrio economico aziendale e alla misurazione delle capacità dell’azienda di produrre reddito e generare risorse.

Appare chiaro che il ROI sia uno degli indici di bilancio più utilizzati. Questo può essere calcolato non solo a livello aziendale, ma anche a livello di business.

Il return on investment è calcolabile tramite il rapporto tra il reddito operativo (RO) e il capitale investito (CI). Pertanto, più è alto l’indicatore più la campagna si definisce redditizia.

Il capitale investito si indica come attivo operativo. L’attivo operativo usato nella formula è calcolato come la media dell’attivo operativo tra inizio e fine esercizio.

Formula per calcolare il ROI

Il valore del ROI viene espresso in percentuale.

Esemplificando, se un’azienda ha un return on investment del 10% significa che per ogni 100 euro investiti nell’attività operativa si genera un rendimento annuo del 10%, ossia 10 euro di reddito operativo.

Problematiche del return on investment

Sono presenti alcune critiche relative all’utilizzo del return on investment. Difatti, in una campagna sono coinvolti differenti canali e non si dimostra facilmente attribuibile un guadagno a uno specifico canale.

Inoltre, gli acquisti si mostrano come frutto di lunghe operazioni e molti prodotti possono essere acquistati più di una volta.

Inoltre, alcune campagne non fruttano nell’immediato e soprattutto nei canali offline la misurazione del ROI è molto più complessa.

Nonostante quanto appena espresso, il ROI resta uno strumento importante per un’azienda, soprattutto quando si parla di marketing.

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Tone of voice: quanto è importante il tono di voce

tone of voice

Il tone of voice è fondamentale per la comunicazione di un brand. Il tone of voice è letteralmente il tono di voce che si vuole dare alla comunicazione, in accorso con l’identità della marca.

Questo definisce il carattere e la personalità che si vogliono costruire attorno a un prodotto o a un brand.

Tone of voice: di cosa si tratta

Nell’universo della comunicazione online, definire il cosiddetto tone of voice è uno step fondamentale per una strategia di marketing vincente e ben strutturata. Il tono di voce può, infatti, essere inteso come una particolare modalità di presentazione dei vantaggi offerte da un dato prodotto e degli argomenti correlati.

Il tono di voce può essere delle volte spiritoso, ironico, trasgressivo o ancora sensuale.

Letteralmente, dunque, ha l’obiettivo di dare un tono personale al brand, così da mostrare un immagine precisa al pubblico di riferimento.

All’interno di un ambiente digitale, che esclude la comunicazione non verbale, ogni elemento del messaggio deve essere trasmesso con attenzione e con un corretto tono di voce, in armonia con tutti i contenuti creati e con l’identità della marca.

Nel mondo online è fondamentale focalizzarsi non solo su quello che si comunica, ma anche e soprattutto su quello che gli utenti percepiscono.

Proprio per tale ragione il tone of voice si mostra come elemento imprescindibile di una copy strategy ed è dunque applicabile a tutta la comunicazione pubblicitaria.

Come dar vita al proprio tone of voice

In fase di costruzione di un brand o di un’identità aziendale, è fondamentale costruire un tono di voce che sia in linea con la comunicazione che si vuole trasmettere ai clienti. È essenziale quindi stabilire con accuratezza cosa dire e soprattutto come dirlo, infondendo il proprio carattere unico in ogni elemento utilizzato per esprimere il messaggio desiderato.

Ci sono alcuni passi indispensabili da seguire per dare vita al proprio tono di voce. I cinque più importanti riguardano:

  • la definizione del target;
  • lo stile del linguaggio;
  • la differenziazione;
  • la chiarezza dei propri valori;
  • il set di regole che guideranno il lavoro.

Appare pertanto fondamentale identificare i valori che caratterizzano il brand, il messaggio che vuole essere veicolato, che non può, in alcun modo, contrastare con la comunicazione del brand. Il target, poi, è l’elemento fondamentale da tenere in considerazione. A chi ci si rivolge, l’età, il sesso, la professione e l’inquadramento sociale. Sono tutti elementi che determinano il tone of voice. Infine, è bene rispettare la coerenza con i punti citati e con il resto della comunicazione. Non può, infatti, essere comunicato un messaggio con un tono e un altro con un tono differente.

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Customer Journey Map: di cosa si tratta e come si crea

customer journey map

E se fosse possibile tracciare una mappa di tutte le interazioni che segnano il viaggio di un cliente attraverso tutti i servizi offerti, in un dato arco di tempo? Questo consentirebbe di avere una visione chiara e completa delle preferenze d’acquisto dei clienti e del tragitto che compiono prima di finalizzare un acquisto. Quanto appena descritto esiste, e viene definito customer journey map.

Customer Journey Map: definizione

Realizzare una customer journey map significa per un’azienda, o attività, mappare l’intero percorso del consumatore quando effettua un acquisto, divenendo ufficialmente cliente.

Ogni consumatore, infatti, si relaziona con un marchio, un prodotto o con un servizio, compiendo un viaggio che diviene noto come customer journey. Questo percorso è caratterizzato da un insieme di punti di contatto tra l’acquirente e il brand. Tali punti sono difatti i momenti di interazione diretta con il proprio pubblico.

Pertanto, disegnare la customer joruney map è il primo passo per scoprire quale sia il cliente tipo di un’azienda, i canali che utilizza e i punti di contatto che si creano.

Conoscere il proprio cliente consente di identificarne i bisogni e i mezzi che utilizza per soddisfarli. Comprendere ciò che spinge verso l’acquisto è il primo step per una chiara interpretazione delle esigenze.

Il monitoraggio del customer journey svolge un ruolo centrale all’interno delle strategie di marketing delle imprese moderne.

I touchpoint del customer journey

Le varie tappe, online e offline, che il consumatore attraversa durante il suo viaggio d’acquisto sono note come touchpoint.

I touchpoint sono cinque e sono così classificati:

  • Consapevolezza o Awareness: il cliente scopre un prodotto e/o marchio attraverso diversi possibili canali (fisici, digitali, gestiti dalle imprese o gestiti da terzi);
  • Considerazione o Consideration: il cliente confronta diversi prodotti offerti sul mercato alla ricerca della soluzione migliore per il suo bisogno tramite recensioni e opinioni;
  • Intenzione o Intention: il cliente inizia a maturare l’intenzione all’acquisto di un prodotto rispetto a un altro, una marca rispetto a un’altra;
  • Decisione o Decision: il cliente fa la sua scelta non solo sull’eventualità di effettuare o meno l’acquisto, ma anche su quale prodotto/servizio faccia al caso suo.
  • Fidelizzazione o Loyalty: il cliente è soddisfatto del prodotto e/o servizio acquistato da una particolare impresa e desidera reiterare l’acquisto.

Nel caso in cui, infatti, un prodotto soddisfa le aspettative del cliente, egli diventa fedele al marchio e prolunga la relazione cliente-impresa, tornando così a usufruire dei servizi anche in futuro.

I touchpoint imprescindibili sono dunque: trasformare l’intenzione in acquisto e l’acquisto in fidelizzazione.

Come creare una mappa del consumatore

Compresa l’importanza di una customer journey map, è ora di capire come realizzarne una. È bene chiarire che non esiste un’unica modalità di sviluppo di una mappa del consumatore.

In generale, tuttavia, qualunque mappa si compone di quattro elementi fondamentali:

  • buyer personas;
  • una linea temporale;
  • l’esperienza degli utenti o customer experience;
  • i touchpoint.

A prescindere dal metodo utilizzato, una corretta customer journey racconta la storia, il percorso degli utenti.

Per dar vita a una mappa, infatti, si tiene conto di alcune fasi imprescindibili. Prima tra tutte la definizione degli obiettivi. Si tratta di un passaggio che permette di decidere gli obiettivi, i prodotti interessati e la storia. Successivamente si identifica il cliente-tipo e, di conseguenza, si tracciano le informazioni sulla customer experience.

Tracciate queste linee guida si può procedere verso il disegno della mappa considerando i touchpoint online e offline.

Adesso la mappa può essere utilizzata come guida per tutte le future strategie di marketing.

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Marketing esperienziale: quando il consumatore è il protagonista

marketing esperienziale

Il marketing esperienziale è la migliore forma di customer experience possibile. Fa, infatti, leva sulla sfera emotiva del consumatore, che crea un legame personale e duraturo con il brand stesso.

L’esperienza che si va a costruire dev’essere coinvolgente, rilevante ed estremamente personalizzata. Questa, difatti, promuove tanto il prodotto quanto uno stile di vita ad esso connesso.

Vediamo nel dettaglio le caratteristiche del marketing esperienziale e scopriamone i vantaggi.

Marketing esperienziale: di cosa si tratta

Quando si parla di experiential marketing si fa riferimento a una tecnica di marketing che consente di ingaggiare direttamente il proprio target, invitandolo a vivere in prima persona delle esperienze positive che lo portano a conoscere il brand. Cambia, dunque, il punto di vista del cliente, che non è più un mero spettatore, ma si pone come protagonista dell’esperienza.

In questo caso, dunque, un’esperienza vale molto di più di uno spot pubblicitario. Il marketing esperienziale, infatti, offre l’opportunità di incuriosire e coinvolgere il consumatore in modo diretto, facendo appello all’esperienza sensoriale e alla sfera emotiva.

Tramite spettacoli, giochi, eventi, invita a un’immersione nella realtà del prodotto o servizio offerto.

Come funziona l’experiential marketing

Il marketing esperienziale consente al consumatore di vivere, dunque, il brand. Difatti, il consumatore non è sempre guidato dalla razionalità nelle sue scelte d’acquisto ma anche, o soprattutto, da fattori emotivi. Spesso, infatti, è alla ricerca di esperienze d’acquisto o di consumo che siano coinvolgenti.

Questo singolare tipo di customer experience crea connessioni personali tra brand e cliente e potenzia l’engagement grazie alla personalizzazione dell’offerta e alle reazioni stimolate sul piano emozionale.

L’impatto si mostra più incisivo della comunicazione pubblicitaria.

In cosa consiste il marketing esperienziale

Quando si parla di marketing dell’esperienza si fa fatica a concentrarsi sulla tecnica di esecuzione.

Se si desidera che l’utente percepisca il valore di un prodotto senza perdersi nei meandri della scheda tecnica è preferibile farlo tramite un’esperienza reale. Lstrategia del marketing esperienziale si basa sulla capacità di spostare il focus dell’attenzione dalla tecnica all’emozione.

Questo snodo si presenta in modi differenti: le tecniche di marketing esperienziale si definiscono attraverso campagne di ADV con un copywriting particolare, festival ed eventi dal vivo, social media marketing, digital PR, partnership, influencer marketing e altro ancora.

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Sentiment Analysis: l’analisi dei sentimenti degli utenti

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La Sentiment Analysis è un’analisi che traccia le interazioni tra utenti, in un determinato spazio e tempo. Nello specifico è un’analisi computazionale di sentimenti e opinioni espressi nei testi generati in Rete su un prodotto, servizio, etc.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Sentiment Analysis: di cosa si tratta

Con l’avanzata tecnologica e la diffusione dei social media, tutti gli utenti hanno cominciato a rilasciare commenti, opinioni e giudizi in Rete. Ciò ha comportato la costituzione di una mole di dati da analizzare da parte delle istituzioni, personaggi politici e brand.

La possibilità di conoscere l’acquirente o il potenziale cliente, consente di studiarne le abitudini di consumo, le preferenze e le idee. Queste sono azioni fondamentali nelle fasi di pianificazione delle operazioni di marketing di un’azienda. Quanto appena descritto viene definito sentiment analysis.

Più nello specifico, considerando la social network analysis, ossia dallo studio delle reti sociali da un punto di vista formale e contenutistico, nasce la sentiment analysis.

Questo studio è l’analisi computazionale di sentimenti e opinioni espressi nei testi, post, commenti, generati in Rete su un prodotto, un servizio, un’organizzazione, etc.

Coloro che rilasciano queste opinioni sono detti portatori di opinione, o anche noti come opinion holder o opinion source. L’opinione espressa ha un orientamento positivo, negativo o neutro. L’orientamento dell’opinione è definito anche sentiment orientation, polarity of opinion o semantic orientation.

Campi d’azione

I campi d’azione della sentiment analysis ricadono, indubbiamente sulle piattaforme che consento di estrarre informazioni utili per le aziende. Tra tutte, i social media vengono utilizza per compiere previsioni sul presente (nowcasting) e sul futuro (forecasting). Ciò rende importante la possibilità di avvalersi della sentiment analysis poiché è possibile analizzare le opinioni in tempo reale.

I settori in cui è possibile utilizzarla sono molteplici: dalla politica ai mercati azionari, dal marketing alla comunicazione, dall’ambito sportivo a quello delle scienze mediche e naturali. Ma non solo: è possibile misurare anche le preferenze del consumatore/spettatore in relazione a programmi televisivi, film e spettacoli di vario genere.

L’utilità della sentiment analysis per l’azienda

Ad oggi, grazie alle analisi dei sentimenti le aziende hanno la possibilità di avere molte più informazioni correlate alla percezione degli utenti. La sentiment analysis permette parallelamente di profilare gli utenti e comprendere le loro principali caratteristiche demografiche. Difatti questa viene definita un’attività meno macchinosa e dispendiosa delle vecchie indagini di mercato.

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Digital marketing: creare contenuti di valore

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Alla base di una strategia di marketing efficace vi è necessariamente la creazione di contenuti di valore. Il digital marketing comprende anche tutte le attività volte alla realizzazione e produzione dei contenuti.

Il digital marketing

Il digital marketing nasce con lo scopo di aumentare il flusso di traffico online degli utenti. Questo tipo di marketing considera le piattaforme digitali e genera lead generation.

Nello specifico il content marketing si mostra come il miglior metodo per attirare pubblico, poiché fonda la sua forza sulla creazione di materiali originali, tramite tutte le modalità a disposizione come video, post, articoli etc.

La condivisione degli stessi aumenta l’interesse verso prodotti e servizi dell’azienda, rendendo il contenuto virale, accrescendo la fame del business.

Il principio fondamentale dietro il digital marketing e il content marketing stesso risale al 1996 con la famosa affermazione di Bill Gates che poneva il contenuto al centro: content is king.

La realizzazione di contenuti, cruciale nel digital marketing, è il punto focale dell’assioma offerto dal Content Marketing Institute che definisce il Content Marketing come

“Una tecnica di marketing volta a creare e distribuire contenuti pertinenti e di valore per attrarre, acquisire e coinvolgere una target audience chiara e definita con l’obiettivo di guidare i clienti verso una azione redditizia”.

Come appare chiaro il content marketing è posto al centro di ogni strategia di marketing digitale. Questo avviene a causa delle caratteristiche proprie del mondo digitale, ove le persone si aspettano a trovare soluzioni che rispondano alle proprie esigenze.

I benefici

Le azioni di queste strategie migliorano e rafforzano la brand awareness e l’engagement tramite la creazione di un rapporto vero e diretto coi clienti.

Il content marketing nello specifico ridefinisce l’andamento delle pagine SERP e il posizionamento SEO.

Come fare digital marketing

La produzione di un contenuto efficace e accattivante passa per una serie di step specifici e particolari.

Il content marketing richiede l’elaborazione di un piano editoriale che non perda di vista gli obiettivi aziendali. 

I principali da tenere ben in considerazione sono i seguenti:

  • stabilire gli obiettivi;
  • usare il modello delle buyers personas;
  • seguire il buyer’s journey;
  • programmazione dei contenuti per ogni fase;
  • utilizzare tutti i canali di diffusione possibili;
  • ottimizzazione del ROI.

Concludendo, alla base del digital marketing è posta la realizzazione di un copy efficace e persuasivo che appaghi e colmi il desiderio degli utenti.

Il nostro mondo è digital e parte da qui. Contattaci per una consulenza gratuita.

Web Design: perché serve al tuo business?

Web Design, progettare per il web: perché serve alle aziende

Web Design: cos’è?

È Web Design tutto quello che ruota intorno alla progettazione di siti web e alla cura nello sviluppo di un qualsiasi progetto sul web che abbia una relazione con gli utenti. Si tratta di un elemento imprescindibile in una strategia di marketing, perché rende i contenuti del web completamente fruibili, facili da utilizzare e accessibili al pubblico di visitatori del sito internet.

L’esperienza utente è per questo motivo oggi posta al centro del progetto commerciale (e di quello editoriale, da cui il primo inevitabilmente dipende). 

Web Design: come is fa

Non solo “grafica” di siti web: oggi i confini tra ruoli una volta ben distinti, quando si lavora nel web, si sono fatti più liquidi. Programmatori e sviluppatori di interfacce web continuano sì a svolgere compiti diversi, ma spesso utilizzando gli stessi linguaggi, tanto da confondere le carte frequentemente sui compiti loro assegnati. Il Web Designer – nella fusione dell’UI Designer e dell’UX Designer – conosce in maniera oculata i segreti della navigazione. Questo gli consente di:

  • Organizzare gerarchicamente i contenuti grafici e testuali creando un percorso di lettura fluido e che segua delle regole prestabilite.
  • Ordinare e curare l’architettura del sito, per permettere all’utente di navigare al suo interno e di trovare in un modo semplice e veloce esattamente quello che stava cercando.
  • Progettare il layout grafico della piattaforma seguendo delle precise regole di User Interface, per garantire all’utente una navigazione user friendly (facendo attenzione a distinguere le interfacce dei diversi dispositivi utilizzati oggi dagli utenti: smartphone, pc, tablet ecc.).  

Perché serve alle aziende

In un mondo sempre più digital e più smart, il sito è un vero e proprio biglietto da visita. Il modo con cui un’azienda entra in contatto con i propri potenziali (ma non solo) clienti. La realizzazione di un sito internet è per questo fondamentale per un brand che voglia catturare fin da subito l’attenzione del suo pubblico. Presentare i propri prodotti e i propri servizi in modo accattivante e perfettamente fruibile è fra gli obiettivi che ogni gestore di progetti online dovrebbe porre alla base della sua strategia commerciale. Un contenuto accessibile, infatti, non è solo più performante: diventa anche sinonimo di un’idea di autorevolezza e attendibilità per il proprio pubblico. 

Un brand che mette in atto un’attenta strategia di Web Design, potrà in cambio ottenere:

  • Semplicità e immediatezza di navigazione, quindi ottimizzare l’usabilità del prodotto.
  • Orientamento dell’utente, evitare che si perda, fornire guide visive per incanalarne l’esperienza.
  • “Pilotare” il click del visitatore velocemente e senza indugi verso l’obiettivo.

Mettiamo la nostra esperienza in ambito di Web Design e progetti web user friendly e performanti a disposizione delle aziende che vogliono crescere (anche) online. Contattaci per una consulenza gratuita.

Se i social sono un vantaggio: Social media marketing, cos’è?

Social media marketing cos'è

Social media marketing, cos’è?

I social sono un potente mezzo di comunicazione. Utilizzati nel modo giusto da aziende, professionisti e attività di qualunque genere e dimensione, permettono di raggiungere i propri clienti (o utenti) abituali e potenziali. Social media marketing, cos’è? Si tratta di quell’insieme di strategie pensate proprio per le piattaforme social. Attraverso cui, cioè, i social network sono utilizzati dall’aziende per promuovere i propri servizi o prodotti. Ma non solo: i social permettono di coinvolgere i clienti, raggiungerne di nuovi e costruire e diffondere il proprio brand, la propria immagine e i propri valori. 

Spesso viene assimilato al Digital marketing, tanto che le due espressioni sono non di rado confuse. Ma va chiarito che chi decide di investire nel marketing digitale, include nei suoi investimenti strategie diversificate. Se quindi il Digital marketing sfrutta tutti i canali digitali, il campo d’azione del Social media marketing è invece ristretto proprio alle piattaforme social. Rappresenta quindi solo una parte di una strategia di marketing digitale più ampia ed estesa. 

La strategia

Viene da sé che una strategia di Social media marketing, come ogni strategia di marketing che si rispetti, non può essere improvvisata. I Social media marketer creano pagine Facebook aziendali, account su Twitter, Instagram, Pinterest e sugli altri principali social network, seguendo una precisa strategia multiscopo. 

Infatti, che si tratti di un brand nuovo o di un marchio affermato, devono essere da subito chiaro gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Sia nel breve periodo, sia nel lungo periodo. Una campagna di social media potrebbe essere utile quando si vuole migliore la propria brand awarness, quando si vuole lanciare un nuovo prodotto, o, ancora, quando si sta pensando a un’azione di rebranding. Tutte situazioni in cui creare una community che interagisca con il proprio brand e impari a conoscerlo (e riconoscerlo) è di estrema importanza. Perché la strategia funzioni, bisogna conoscere i propri clienti e riconoscerli sulle piattaforme social. Target di riferimento e social da utilizzare sono per questo motivo altre due scelte decisive. 

Non solo Social media advertising

L’altro settore che non va confuso con il Social media marketing è il Social media advertising. O meglio: il Social media marketing non è solo Social media advertising. Le piattaforme social offrono infatti la possibilità di sfruttare strumenti a pagamento per raggiungere i propri obiettivi. Avviene con una rimodulazione del proprio budget di investimento e con l’impostazione delle campagne perché raggiungano il target scelto. La differenza sostanziale è che il Social media marketing, che pure comprende campagne di social advertising, non è composto solo da contenuti sponsorizzati. Ma è costruito da una visione più ampia e strutturata di crescita in termini di presenza digitale. 

Mettiamo la nostra esperienza social a disposizione delle aziende che vogliono crescere e farsi (ri)conoscere. Contattaci per una consulenza gratuita.